IV Domenica di Avvento 2019

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Nel brano, Giuseppe è definito «uomo giusto». Rifiuta di prendere con sé Maria e il bambino non perché ritenga sua moglie un’adultera, ma perché lui si ritiene giusto.

Ecco, il Vangelo capovolge questa mentalità, tipica dell’uomo religioso di sempre: considerare il dono di Dio come premio, come qualcosa che vada meritato in virtù di una prestazione. Invece occorre credere che possiamo essere oggetto dei doni di Dio, in ultima analisi della sua misericordia, al di là della nostra giustizia, al di là di ciò che riteniamo di poter meritare, di ciò che abbiamo fatto o non fatto nella nostra vita. L’amore non è mai un premio.

In fondo, anche noi cristiani soffriamo della medesima malattia di Giuseppe, quella di considerare il rapporto con Dio sulla base di una giustizia retributiva, immaginando di essere oggetto di bene in base al nostro comportamento morale. E invece no, la mia miseria sarà sempre misura della sua misericordia. Giuseppe è dunque l’uomo giusto chiamato a essere sovra-giusto. E in fondo la sovra-giustizia richiesta qui a Giuseppe coincide con la verginità di Maria: disponibilità a ricevere ciò che non dipende dalle proprie capacità fisiche, morali né tanto meno religiose. Maria non ha detto: «Non posso ricevere perché non me lo merito»; ma: «Proprio perché non ho in me nulla da far valere, nulla su cui poter contare, sono nella condizione di ricevere tutto».

Maria è la donna che ha fatto voto di vastità. Il povero aprirà il suo desiderio all’infinito; l’orgoglioso si aprirà solo a quella possibilità di compimento che corrisponde a ciò che lui è in grado di compiere.

Tratto dal libro Ogni storia è storia sacra di Paolo Scquizzato, Paoline 2019

Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele: «Dio con noi».
Matteo 1,23

 


KENYA
Apertura dell’Anno Biblico

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La prima domenica di Avvento ha avuto inizio l’Anno della Bibbia organizzato dalla Federazione Biblica Cattolica. Le Figlie di San Paolo hanno accolto l’invito di padre Abel Njeri, salesiano e parroco del Santuario Maria Ausiliatrice dei Cristiani – Don Bosco, Upper Hill –, per animare le celebrazioni eucaristiche e l’intronizzazione della Bibbia.

Oltre alla processione della Bibbia con danze e canti, il parroco ha benedetto i lettori e i membri che svolgono un ministero liturgico nella comunità parrocchiale. A loro ha augurato di continuare con audacia e entusiasmo ad essere fedeli al ministero che Dio gli ha affidato.

Le Figlie di San Paolo, riconosciute come Apostole della Parola, hanno seminato con gioia queste parole del Beato Giacomo Alberione: «Se dunque la Bibbia è un libro divino, teniamolo come tale; non poniamolo nelle scansie come un libro qualunque, ma mettiamolo nel luogo più onorifico della casa, accanto al Crocifisso, in modo che tutti lo possano vedere, leggere e baciare. Come sta bene il libro dei Vangeli su l’altare!».

ANGOLA
Anno della Parola di Dio

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Dal 2018 le Paoline dell’’Angola con il corso Bibbia in comunità hanno intrapreso una formazione biblica sistematica per i laici, un progetto realizzato dal servizio di animazione biblica SAB, delle Figlie di San Paolo del Brasile. Lo scopo del corso, strutturato in tre tape – Panoramica della Bibbia, Teologia biblica e Bibbia come letteratura –, è di preparare e qualificare le persone attraverso la conoscenza e gli ambiti pastorali.

All’apertura del nuovo Anno della Parola di Dio, due gruppi hanno concluso la prima tapa.

Il primo gruppo di 69 studenti, N´datalando – Kwanza Norte, era formato da seminaristi, studenti di varie congregazioni, consacrate e alcuni catechisti.

Il secondo gruppo, Luanda, era composto da 80 studenti provenienti da 15 parrocchie dell’arcidiocesi di Luanda.

A conclusione della celebrazione eucaristica presieduta da Fra Adelino Soares, Segretario della Commissione per la pastorale biblica della Conferência Episcopal de Angola e São Tomé (CEAST), sono stati consegnati i certificati di partecipazione.

In questo nuovo anno ci auguriamo che ogni studente possa continuare il cammino di studio, condivisione e proclamazione delle Scritture in modo che la Bibbia sia presente sempre più nella pastorale della Chiesa e nel cuore dei fedeli.

III Domenica di Avvento 2019

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Il Battista, il più grande dei profeti, dubita. Dubita e domanda: «Sei tu colui che deve venire?». Giovanni il Battista è uomo dell’Antico Testamento, formatosi a quella scuola per cui Dio è anche il Dio dei morti e non solo dei vivi, nel senso che può anche dare la morte, bruciando i cattivi e premiando i buoni.

Il Dio di Giovanni profeta ha già in mano la scure, posta alla radice di quegli alberi che non danno frutto, per poi gettarli nel fuoco inestinguibile.

Ora, dinanzi a Gesù, il presunto Messia tanto atteso, colui che dovrebbe essere la rappresentazione al vivo di Dio stesso, è legittimo che il Battista vada in crisi, chiedendo: ma sei proprio tu?

Possibile che il tuo Dio sia solo quello dei vivi e non dei morti. Possibile che non disintegri i malvagi, ma li benedica con il sole e con la pioggia? Possibile che non mostri più la sua onnipotenza con dieci azioni infernali, ma piuttosto con dieci guarigioni straordinarie, perlopiù a favore di persone improbabili? Ma che Dio è il tuo?!

Sì, Gesù di Nazaret rende presente un Dio totalmente altro, che usa misericordia con i miseri, perdona gli imperdonabili, ama chi non se lo merita e, soprattutto, non fa piazza pulita di chi fa fatica a portare frutto: attende pazientemente ancora un anno e un anno ancora, prendendosene cura ogni giorno, con la speranza tipica degli amanti.

Tratto dal libro Ogni storia è storia sacra di Paolo Scquizzato, Paoline 2019

Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio.
Isaia 61,1

 


ITALIA
Più libri più liberi

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Dal 4 all’8 dicembre è tornata a Roma, Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria, giunta alla 18a edizione. La manifestazione, promossa e organizzata dall’Associazione italiana editori (Aie), è un avvenimento culturale riconosciuto sia a livello nazionale che internazionale. Quest’anno oltre 520 espositori, provenienti da tutto il Paese, hanno presentato al pubblico le novità e il proprio catalogo. Cinque giorni e più di 670 appuntamenti in cui sono stati realizzati eventi di vario genere: letture, dibattiti, performance musicali e incontri con autori e operatori professionali.

Tanti i momenti dedicati al rapporto tra l’informazione e le grandi tematiche dell’oggi e dei prossimi anni. Come ogni anno le Paoline sono state presenti con una variegata proposta editoriale, adatta in particolare al periodo natalizio. Corposa anche l’offerta di eventi, molti dei quali in linea con il tema di quest’anno, I confini dell’Europa, per riflettere su questioni come l’identità, il dialogo, i valori, la convivenza, l’immigrazione.

II Domenica di Avvento 2019

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Giovanni il Battista, l’uomo del passaggio, tra Antico e Nuovo Testamento, dalla religione alla fede, invita all’accoglienza di quell’amore che ora si è fatto presenza, ossia accanto, perché l’amore, che è dono, si può solo ricevere. L’amore non è da capire, da studiare, da imparare. È presenza da accogliere nella gratuità, non da meritarsi vantando un’affettata religiosità, con le proprie prestazioni, come credono i sadducei e i farisei, pii religiosi del tempo di Gesù e, in fondo, di ogni epoca. A questi, il Battista ribatte: «Non crediate di poter dire: “Abbiamo Abramo per padre”». Dirsi cristiani non vuol dire ancora nulla, così come essere battezzati, partecipare alla Messa, recitare preghiere o ricevere i sacramenti. Il dirsi «di Cristo» non significa ancora appartenergli, non è un talismano contro le tempeste della vita, e neppure una polizza assicurativa nei sinistri del quotidiano. Essere cristiano piuttosto definisce, «informa» la vita, uno stile di vita improntato al bene, alla cura, al perdono, ed è questo che dice e testimonia l’appartenenza al Dio della vita: «Dai loro frutti li riconoscerete».

Occorre portare frutto, dunque, anzi buon frutto, dice il Battista. E il frutto è sempre consequenziale all’essere. Ogni frutto scaturisce sempre da un albero ben radicato nel terreno da cui trae tutte le energie necessarie.

La questione dunque è accogliere, entrare in contatto con la Vita, sorgente interiore che dimora in noi, al fine di sperimentare l’essere trasformati, resi fecondi e in grado di dare buoni frutti.

Tratto dal libro Ogni storia è storia sacra di Paolo Scquizzato, Paoline 2019

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Luca 3,4-6

INDIA
Giornata mondiale delle comunicazioni sociali

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Circa 55 partecipanti di 19 scuole e istituzioni cattoliche dell’arcidiocesi di Bombay, hanno partecipato al simposio organizzato dalle Figlie di san Paolo in vista della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Due gli argomenti trattati: Il tema della 53a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali «Dalle social network communities alla comunità umana», e la presentazione del documento della Congregazione per l’educazione cattolica «Maschio e femmina li creò, per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione».

Tre relatori hanno sviluppato i seguenti aspetti: «L’influsso dei media su studenti e insegnanti circa la sessualità umana» e «L’influsso dei media sulla divisione di genere e questioni correlate».

Le discussioni di gruppo hanno dato poi ai partecipanti la possibilità di esprimere le proprie idee in modo libero e informale. Presidi e insegnanti si sono impegnati a organizzare nelle loro scuole corsi mirati per aiutare gli studenti a comprendere il sesso e la sessualità in maniera oggettiva e completa senza lasciarli in balia dei social.

L’intero programma è stato moderato da un membro della Pontificia accademia per la vita che ha fatto la sintesi degli interventi e ha guidato le discussione fornendo alla fine una interessante conclusione.

 

 

Vaticano, creata una consulta di giovani da tutto il mondo

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Una consulta di giovani da tutto il mondo è stata istituita in Vaticano per collaborare con il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita in materia di pastorale giovanile, in particolare sui temi della vita.

Il primo summit ci sarà ad aprile del 2020.

Una nota della Santa Sede spiega che il documento finale del Sinodo 2018, dedicato alle nuove generazioni, chiedeva che fosse rafforzata «l’attività dell’Ufficio Giovani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita anche attraverso la costituzione di un organismo di rappresentanza dei giovani a livello internazionale».

In questa linea, il Dicastero ha istituito «un organismo consultivo internazionale dei giovani, nominando come membri per un triennio 20 giovani provenienti da diverse regioni del mondo e da alcuni movimenti, associazioni e comunità internazionali».

Il Dicastero per Laici, famiglia e vita fa sapere che la nuova realtà è composta da «giovani che sono stati coinvolti in diverse fasi del processo sinodale, come per esempio il Forum Internazionale dei Giovani che il dicastero ha organizzato lo scorso mese di giugno, per promuovere l’attuazione dell’esortazione apostolica “Christus vivit”».

Il gruppo svolgerà «un’importante funzione consultiva e propositiva», collaborando «per approfondire le questioni relative alla pastorale giovanile ed eventuali altri temi di interesse più generale».

Prima domenica di Avvento 2019

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Non si accorsero di nulla…. La vita è una pratica di attenzione. Il dramma è quello di vivere inconsapevolmente: lasciarsi vivere, fare della distrazione la propria cifra esistenziale. Alla fine il diluvio – la morte biologica – toccherà tutti, e sommergerà coloro che hanno sempre vissuto da morti. Perché la morte non può toccare i vivi, ma seppellisce i morti viventi.

Ecco perché Gesù insiste sulla necessità di vegliare e di tenersi pronti. Ciò che conta è essere svegli, discernere il momento presente, al fine di compiere tutte quelle scelte che permetteranno di vivere in pienezza – e dunque per sempre –, impedendo così al diluvio di portarci via con sé.

L’avvenire è dato dall’intensità con cui si vive il presente.

Ora la domanda fondamentale è: come vivere il momento presente in modo tale da vincere anche il nostro diluvio esistenziale? In altre parole, come vivere da risorti in questa nostra storia?

Il Vangelo è disarmante su questo punto. La vita eterna, ossia la vita in forma così alta da vincere anche la morte, non è questione di quantità, ossia di aggiungere chissà cosa al quotidiano già così difficile, ma di qualità: vivere le solite cose – «mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito…» –, ma in maniera consapevole e nella modalità dell’amore. Vivendo i piccoli gesti di ogni giorno in maniera non autoreferenziale, ma nella condivisione, si va costruendo la propria vita come un’arca in grado di solcare anche il diluvio e giungere così al porto sicuro. L’amore eternizza ogni più piccolo gesto.

Tratto dal libro Ogni storia è storia sacra di Paolo Scquizzato, Paoline 2019

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
Salmo 84,8