FILIPPINE
Il digitale al centro

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La crisi della Covid-19 ha messo il digitale al centro di quasi tutte le interazioni, costringendo sia le organizzazioni che gli individui ad adottare da un giorno all’altro dei cambiamenti senza precedenti. Le Figlie di San Paolo della provincia PMPT hanno raccolto con entusiasmo queste sfide digitali e negli ultimi mesi hanno avviato attività formative, apostoliche e spirituali, per continuare a condividere le ricchezze del carisma e missione paolina.

    • Forum vocazionale online #vocFIRE: Faith in Response to an Extremely Amazing Call to Love, a cui hanno partecipato 46 ragazze da tutte le Filippine e dalla Malesia.
    • Live-streaming 9 giorni Novena-Messa Natalizia o “Misa de Gallo” dal Santuario Regina degli Apostoli a Pasay
    • Online Ritiro dell’Avvento organizzato dal Paulines Institute of Communication in Asia, Inc. (PICA) per i Paulines Net-vie Questers – un gruppo di Facebook creato dal PICA che esamina i film e i video da Internet (Netflix, Iflix, Pureflix, Dove.org e altri su Youtube). Il gruppo si riunisce regolarmente per discutere e parlare dei valori e dei disvalori presentati da questi film. Pubblicano anche messaggi rilevanti ed edificanti che promuovono i valori del Vangelo.
    • Due nuovi programmi settimanali online: Camminare con i Santi, preparati da sr Anna Bagadiong in collaborazione con il settore Paoline audiovisivi, e 30 minuti della Lectio Divina in tempo di Pandemia guidata dall’équipe dell’apostolato biblico.

Il Signore faccia fruttificare e benedica tutto e tutti.

In memoria di Maestra Tecla 2021

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Carissime sorelle e giovani in formazione,

a poco più di un mese dalla morte di Maestra Tecla, nel marzo 1964 don Alberione così consolava le Figlie di San Paolo della perdita di una così grande «madre e maestra»:

Non vogliate addolorarvi troppo, perché ella non è assente, è presente! Presente in primo luogo nello spirito vostro, che avete ricevuto e volete conservare e vivere. Poi in cielo e in terra ci vuole una maestra, una lassù e una quaggiù. Adesso che lassù si è fatta già una certa comunità, là ci voleva una superiora, e il Signore ha disposto che su ci sia una superiora, e un’altra sia sulla terra. Poi voi, particolarmente quelle che le sono state più vicine, sentite ciò che ha insegnato, ciò che ha fatto

Scrivo questa lettera nel giorno in cui l’evangelista Marco ci riferisce dello stupore che coglie quanti sono presenti nella sinagoga di Cafarnao di fronte alle parole di Gesù, che «insegnava loro come uno che ha autorità» (Mc 1,21), che impartiva un «insegnamento nuovo», trasmesso con parole e azioni abitate dalla potenza di Dio.

Il pensiero è andato a Maestra Tecla. Nel suo vivere quotidiano, nei gesti come nelle parole, ci ha insegnato, facendosi “segno”, che evangelizzare non vuol dire diffondere il Vangelo ma praticare «il Vangelo, prima di annunciarlo» (cfr. CSAS 18,14), vivere e comunicare la forza trasformante del Vangelo, testimoniare una vita “altra”, nella logica delle beatitudini.

In momenti difficili, quando le cose che accadono mi sembra trascendano le mie reali possibilità di discernimento e di intervento, vado dalla Prima Maestra. Mi piace sostare davanti al gigantesco dipinto situato sulla parete del corridoio, accanto al mio ufficio, e ripensare a quanto ha detto e fatto. La sua vita è un grande “libro”, da cui attingo a piene mani e da cui cerco di imparare.

Qualche giorno fa, preoccupata per il crescere dei contagi nel mondo, ho riletto alcune sue circolari, quelle scritte negli anni della seconda guerra mondiale. Ci sono inviti a mantenere la serenità e la calma, a confidare in Dio «sotto la cui protezione viviamo, qualunque cosa succeda», a imparare a soffrire senza lamentarsi «prendendo tutto dalle mani del Signore», a pregare per chi subisce le conseguenze più gravi del conflitto, a scrivere più spesso ai parenti per confortarli, a valorizzare la vita comune…

Mi ha particolarmente colpito, e interpellato, l’esortazione a continuare, «per quanto è possibile, il proprio apostolato» (VPC 62), perché, pur nel pericolo, l’unica preoccupazione deve essere quella di cercare «vie di prossimità, mantenendo nel cuore la capacità di sentire compassione per i tanti bisogni che ci circondano» (Papa Francesco alle Capitolari). È il senso di quella celeberrima frase della Prima Maestra, che tante volte ripetiamo: «Imprestiamo i piedi al Vangelo: che corra e si estenda».

Imprestare i piedi al Vangelo, per essere segno di Cristo nel mondo. Per questo, come ci insegna Maestra Tecla e Papa Francesco ripete nel Messaggio per la 55a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, «comunicare incontrando le persone dove e come sono», aperte all’ascolto, ponendo attenzione all’essenziale, distinguendo l’apparenza dalla verità, raccontando, in tutta onestà, ciò che abbiamo visto.

Maestra Tecla continui a proteggere, ispirare e accompagnare la congregazione, questa “creatura” che ha visto nascere, ha fatto crescere e per la quale ha offerto la vita.

Con affetto grande,

sr Anna Caiazza
superiora generale


Festival biblico, Siete tutti fratelli

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Dedicata al tema Siete tutti fratelli – tratto dal Vangelo di Matteo – l’edizione 2021 del Festival Biblico, organizzato e promosso dalla Società San Paolo e dalla diocesi di Vicenza. Al centro del percorso, il tema della fratellanza universale che, «come ha fatto Papa Francesco ispirandosi a Francesco d’Assisi con l’enciclica Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale, è oggi particolarmente significativo e necessario sottolineare», si legge in una nota.

In diretta sui canali Facebook e YouTube del Festival e sul sito www.festivalbiblico.it, il 24 gennaio, Domenica della Parola, il Festival Biblico è stato aperto con un appuntamento online.

I lavori proseguiranno nel corso dell’anno con «una programmazione mista in cui eventi e format digitali si alterneranno a momenti dal vivo».

«In un’epoca tendenzialmente contrassegnata da un pluralismo senza confini, le differenziazioni e le singolarità rischiano di diventare talmente tante che presso i loro latori può persino cadere nell’oblio la coscienza dell’appartenenza comune a un’unica umanità». Proprio per questo, «riprendere e riaccreditare la condizione di fratellanza universale rappresenta una risorsa vitale per la qualità della vita degli uomini nel mondo».

COREA
Onorificenza di Ufficiale della Stella d’Italia a sr M. Dorotea D’Oto

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Il 26 gennaio 2021, nella casa di Miari (Corea), l’Ambasciatore d’Italia a Seoul, Federico Failla, a nome del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, ha consegnato a sr M. Dorotea D’Oto, missionaria in Corea dal 1966, l’Onorificenza di Ufficiale della Stella d’Italia. Questo riconoscimento viene conferito a coloro che si sono distinti nella promozione di rapporti di collaborazione e legami di amicizia tra l’Italia e altre nazioni.

Tra le motivazioni dell’Onorificenza, l’Ambasciatore ha ricordato la sua vita da missionaria in Corea, all’epoca tra i più poveri paesi del mondo, «diffondendo gli insegnamenti della religione cattolica nelle aree più degradate della capitale Seoul, delle città di Daegu e Gwangju etc.». Ha inoltre sottolineato come sr Dorotea abbia «contribuito fortemente all’organizzazione della comunità delle Figlie di San Paolo (…) che è ora una realtà significativa e ben conosciuta della capitale».

Tale Onorificenza onora grandemente la nostra congregazione. Siamo profondamente grate a sr M. Dorotea per la testimonianza di una vita spesa per l’annuncio del Vangelo in una terra lontana dal suo paese, che è però diventato il “suo” paese, a un popolo che è diventato il “suo” popolo. Ancora oggi, sr M. Dorotea percorre, con la preghiera incessante, le strade della Corea perché il Vangelo corra e si diffonda.

ITALIA
Nuova pagina social Paoline e Giovani

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Nella provincia italiana ha preso il via la nuova pagina Instagram rivolta ai giovani: Paoline e Giovani. Per questa occasione anche la pagina Facebook, già presente in rete, è stata rinnovata. Lo scopo di questo rinnovamento è di favorire il contatto con i giovani come avrebbe voluto Alberione: facendo parlare il Vangelo e la vita. Ogni settimana ci saranno brani di Vangelo, preghiere, ma anche una rubrica settimanale su cosa vuol dire essere giovani online, video nelle stories. Attraverso disegni realistici il visitatore viene accompagnato dalla presenza costante di una giovane paolina. Questo l’invito rivolto a tutti: «Visitate e fate conoscere queste iniziative perché la Parola corra!».


@paolineegiovani

Wikipedia compie 20 anni

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Wikipedia compie 20 anni e, con più di 55 milioni di voci in oltre 300 lingue, è l’enciclopedia più grande mai scritta ed è tra i siti più visitati del mondo.

«L’unica via a lungo termine per la pace, la prosperità e la libertà è la conoscenza», ha scritto su Twitter in occasione della ricorrenza, il fondatore Jimmy Wales, chiedendo agli utenti di continuare a sostenere il progetto «per un mondo più attento e più istruito».

L’enciclopedia aperta al contributo dei volontari è nata il 15 gennaio 2001 e si regge ancora sul modello economico della raccolta dei fondi proveniente dagli utenti di Internet.

I responsabili stanno preparando un nuovo codice etico che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi.

STATI UNITI
#homeforChristmas

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Iniziato 26 anni fa come offerta di canti per le città di New York e Boston, il Coro delle Figlie di San Paolo è diventato nel tempo un tour natalizio attraverso tutto il continente americano. Il 2020 è stato anche per il nostro Coro un anno senza precedenti. Il concerto da itinerante si è trasformato in un concerto virtuale, coinvolgendo tutte le suore della Provincia che lavorano nei social media.

Una modalità realizzata per invitare gli spettatori a essere non solo uditori, ma cooperatori nell’apostolato Paolino. I canti sono stati alternati con brevi e vive presentazioni sulla missione Paolina, sulla storia e carisma della Famiglia Paolina, utilizzando citazioni del beato Alberione e della Prima Maestra Tecla. Si sono concretizzate così le parole del Fondatore, i vostri confini sono il mondo: più di 38.000 persone da tutto il mondo hanno seguito Home for Christmas con le Figlie di San Paolo, lasciando messaggi di apprezzamento nella pagina Facebook del Coro, Facebook,com/DSPChoir, e nei social media. Oltre che dalle molte città degli Stati Uniti e Canada, ci sono stati collegamenti dall’Argentina, Filippine, Brasile, Malaysia, Sud Africa, Korea, Regno Unito, Taiwan, Singapore.

Il Concerto virtuale #homeforChristmas, rimasto disponibile fino al 10 gennaio, domenica del Battesimo del Signore, ha raggiunto 66.480 visitatori.

ITALIA
I 100 anni di vita di sr Eulalia, missionaria Paolina

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Il 12 gennaio 2021, sr Eulalia D’Ettore delle Figlie di San Paolo ha festeggiato i suoi 100 anni di vita e gli 84 anni di consacrazione religiosa, circondata dall’affetto delle sorelle della sua comunità di Albano Laziale/Giacomo Alberione e di alcune sorelle coreane che si trovano in Italia. I familiari di sr Eulalia, dalla Puglia, sua regione di origine, hanno fatto giungere il loro augurio e la loro vicinanza, non potendo essere presenti a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.

Sr Eulalia, nata a Pulsano in provincia di Taranto il 12 gennaio 1921, entra tra le Figlie di San Paolo all’età di 16 anni e, dopo la consacrazione, inizia con tanta fede e entusiasmo la sua vita come missionaria paolina per portare il Vangelo in terre lontane. Per 10 anni è stata in Giappone accompagnando lo sviluppo non facile delle prime comunità e la formazione delle giovani giapponesi che chiedevano di far parte dell’Istituto. L’8 dicembre 1960, insieme ad altre tre suore Paoline, pur tra tante difficoltà, varca i confini della Corea e fonda la prima comunità a servizio della Parola di Dio a Seoul-Miari, rimanendovi per ben 41 anni, e formando numerose giovani coreane a essere Figlie di San Paolo. Ha aperto la strada alla diffusione del Vangelo nella cultura coreana coinvolgendo in questa missione tanti laici e laiche e animando e accompagnando la crescita delle Annunziatine, Istituto di vita secolare consacrata, e dei Cooperatori, Movimento laicale, entrambi appartenenti alla Famiglia Paolina. Sr Eulalia si è distinta per il coraggio, per la passione apostolica, per l’entusiasmo che, ancora oggi, nonostante la malattia e l’età avanzata, comunica a piene mani a chi l’avvicina con le sue parole sempre gentili e incoraggianti, il sorriso amabile e avvolgente, grata al Signore per la “pienezza” di grazie ricevute nella sua lunga vita.

Vita religiosa e nuovi media: essere in relazione o essere connessi?

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La vita religiosa è sempre uno specchio dei mutamenti che avvengono a livello sociale: le comunità religiose sono dei microcosmi, all’interno dei quali le persone che entrano nella vita religiosa portano tutto il bagaglio che hanno accumulato nella vita precedente, ma anche tutto il materiale che ricevono dai contatti con il mondo esterno. La comunità religiosa si ritrova così a gestire tutti gli stimoli che attraverso i suoi membri arrivano al suo interno. Negli ultimi anni una buona parte di questo materiale è mediato dai nuovi strumenti di comunicazione: cellulari, internet, posta elettronica, social network.

Nella vita religiosa si entra quando la persona ha ancora una notevole mole di lavoro da fare su se stessa a livello psico-affettivo e spirituale. È dunque necessario vigilare se i tempi e gli spazi offerti dalle interazioni reali sono sufficienti o se vengono progressivamente sostituiti dalle connessioni virtuali.

Al di là dei rischi su cui bisogna vigilare, il problema sollevato dai nuovi mezzi di comunicazione, dalla loro rapida diffusione e dall’immediatezza nel loro utilizzo è, a mio avviso, soprattutto di carattere antropologico ed educativo, e potrebbe essere riassunto nella distinzione tra un più superficiale “essere connessi” e un più profondo “essere in relazione”. Il rischio è che il superficiale diventi norma e il più profondo diventi insolito. Vigilare su questa differenza diventa vitale per la qualità delle relazioni all’interno della comunità religiosa e nella vita del religioso/a. È inevitabile che nella vita religiosa aumenti progressivamente quello che nel mondo laico accade ormai di norma: gran parte della vita si svolge in rete. E proprio l’immagine della rete può offrire un’occasione di riflessione più spirituale.

L’elemento su cui riflettere da un punto di vista spirituale è ciò che spinge verso la rete. Il desiderio della comunicazione, che prende spesso la forma di un desiderio di amicizia, non può essere compreso solo alla luce dello sviluppo delle nuove tecnologia. Esso esprime piuttosto un desiderio di relazione radicato nella natura umana.

La comunione è possibile solo dove è attiva una comunicazione. Il desiderio di connessione non è quindi una forma semplicemente moderna di relazione, ma è l’espressione esteriore di un bisogno più profondo di ciò che è propriamente umano. È necessario però approfittare di questo desiderio di connessione per aiutare e aiutarci a scoprire un’identità più profonda e più divina che è presente in noi.

La questione a cui siamo di fronte in quanto religiosi non è semplicemente se e come usiamo i nuovi media, quanto piuttosto se ci rendiamo conto del tempo in cui viviamo e in cui siamo chiamati ad annunciare il Vangelo. La differenza tra due differenti modalità, cioè quella dell’essere connessi o dell’essere in relazione, può dire qualcosa di noi stessi, ma dice ancor di più dello spirito del tempo in cui viviamo.

Dobbiamo chiederci se e come sia possibile integrare l’uso delle nuove tecnologie comunicative all’interno della vita religiosa. Dal momento che la vita religiosa è chiamata a svolgere un serio ruolo educativo, cioè ad essere modello per altri, è necessario che la persona religiosa si interroghi sull’incidenza dell’uso dei nuovi mezzi di comunicazione sulla propria vita consacrata. I vantaggi e le risorse offerti dalle nuove tecnologie sono innegabili, anche in merito all’annuncio del Vangelo. L’impegno del credente, e in particolare del religioso, sarà quello di non scendere a compromessi sulla qualità della propria vita relazionale, ma di salvaguardare l’empatia e la responsabilità come cura dell’altro. Nell’ambito della vita comunitaria, tutto questo vuol dire non sostituire alla propria comunità, in cui ci sono fatiche e incomprensioni inevitabili, una comunità virtuale, in cui è sicuramente più gratificante stare perché è una comunità che può essere spenta quando siamo stanchi o occupati in altre cose. Ma la comunità virtuale, pur essendo un luogo in cui possiamo annunciare il Vangelo, non è una comunità che ci fa crescere. La comunità virtuale può informarci, ma non può convertirci. La conversione passa attraverso la fatica dell’incontro e questo è il cuore del Vangelo.

Padre Gaetano Piccolo, sj

*Sintesi a cura del SICOM fsp autorizzata dall’autore