Resta con noi, Signore
Per i Comunicatori
Signore di tutte le nostre speranze,
tu sei il Vivente, colui che ha vinto la morte,
e ha mandato il suo Spirito per far nuove tutte le cose.
Tu guidi i passi di tutti gli uomini e di tutte le donne
che camminano sui sentieri della storia;
e sostieni l’impegno di tutti coloro
che partecipano all’opera creatrice
e rinnovatrice dell’universo.
Noi ti offriamo, Signore,
le gioie e i successi di tutti i tuoi figli,
impegnati nei vari ambiti del comunicare,
ti presentiamo il loro indefesso cercarti,
per poterti annunciare
con verità, giustizia, libertà e amore.
Guida tu, Signore, chi nei vari areopaghi
apre nuovi orizzonti di speranza, di vita vera,
di solidarietà, di comunicazione e comunione.
Noi guardiamo con fiducia al nuovo mondo
che ci chiami a costruire con il nostro lavoro
di comunicatori del tuo Vangelo,
e ti preghiamo di dare ali al nostro impegno,
per poter concorrere efficacemente
a ricomporre il mondo in pace e unità.
E tu, Dio di salvezza, d’amore e di speranza,
avvolgi tutti gli uomini e tutte le donne che ti cercano
nel tuo tenerissimo abbraccio di Padre.
Invochiamo lo Spirito su tutti i Comunicatori
(Libera versione da pensieri del beato G. Alberione)
A causa di Gesù
Preghiamo per le vocazioni
Da Lui, il Maestro, tutta la luce
Diap. 1 “Da Lui, il Maestro, tutta la luce… .”
Contemplando l’immagine del Maestro
Diap. 2 Il grande obiettivo della nostra vita, sempre ribadito dal Beato Alberione è questo: “Vivere Gesù, in Gesù, per Gesù, con Gesù. Stabilire la nostra vita in Lui”.
Diap. 3 Il punto centrale della nostra spiritualità è un’attrazione che genera una profonda relazione interpersonale: «Venite a me». Il Maestro è colui che attira a sé, che invita ad entrare nella sua logica, nei suoi orizzonti…
Diap. 4 Invochiamo la luce dello Spirito per comprendere sempre meglio che cosa vuol dire “stabilire la nostra vita nel Maestro”, che cosa vuol dire essere chiamati a comunicare le insondabili ricchezze dell’amore di Dio.
Diap. 5 Sentiamoci guardate da Gesù Maestro e guardiamo i particolari dell’immagine che esprime una sintesi visiva del carisma paolino. Sono presenti tutti gli elementi caratterizzanti la vocazione paolina:
Diap. 6 Il libro aperto nella mano sinistra e la scritta: “Io sono la Via e la Verità e la Vita” (contenuto da ricevere e comunicare ogni giorno nell’apostolato);
Diap. 7 Il gesto dell’allocuzione della mano destra di colui che richiede ascolto, attenzione… : “imparate da me”;
Diap. 8 La figura intera e in piedi: non seduto come gli antichi maestri ma un Maestro itinerante sulle strade degli uomini e delle donne di ogni tempo.
Diap. 9 Un Maestro che calza i sandali…
Diap. 10 In piedi sul globo terrestre… non con il globo in mano come in alcune immagini, ma sulle strade degli uomini, sempre in cammino;
Diap. 11 Un Maestro che ha i segni della passione sulle mani e sui piedi (è un Maestro crocifisso), che non solo insegna ma dona la vita, è il Maestro con il cuore di
Pastore. I segni della passione sono luminosi: la croce luminosa sullo sfondo e l’aureola intorno al capo indicano che il nostro Maestro è un Maestro crocifisso e risorto: Vivente e glorioso.
Diap. 12 Di fronte a questa immagine tanto significativa per noi accogliamo in silenzio l’invito del Maestro: “Venite a me… Vieni a me, totalmente, con tutta la tua persona”.
Diap. 13 Don Alberione:
“Nel 1900, sulla fine dell’Anno santo, a novembre, Leone XIII promulgò un’enciclica la quale era destinata a dare uno sguardo al nuovo secolo che stava avvicinandosi e a dare un indirizzo alla cristianità del nuovo secolo. L’indirizzo era questo: studiare, imitare, seguire Gesù Cristo in quanto è Via e Verità e Vita. Non è una bella espressione, non è un consiglio, è la sostanza della congregazione, essere o non essere paolini. Non si possono fare delle digressioni. Lo studio dev’essere uniformato alla devozione a Gesù Maestro Via e Verità e Vita, la disciplina religiosa deve uniformarsi a Gesù Maestro Via e Verità e Vita, la pietà deve uniformarsi a Gesù Maestro Via e Verità e Vita, l’apostolato deve dare questo. Quando non dà questo è fuori strada e non è benedetto. Quando dà questo è sulla sua via, la via di Dio. Allora benedizioni sopra benedizioni…”.
Diap. 14 Il Maestro dà senso al nostro vivere, diventa sangue del nostro sangue, vita della nostra vita. E’ significativo questo brano di una meditazione alle FSP del 10
dicembre 1932:
“Oh, quando la grazia investe un’anima, è come quando si mette il lievito nella pasta! La fa crescere tanto da cambiarla in Gesù e quell’anima poi parla come Gesù, pensa come Gesù, guarda come Gesù, ama come Gesù; non è più lei che vive, è Gesù che vive in lei (,,,),,,. Attraverso di noi Gesù vuol parlare, pensare, amare, vivere”.
Diap. 15 Tutti
“… Gesù Maestro: che io pensi… con la tua intelligenza, sapienza,
Che io ami con il tuo Cuore…
Che io veda in tutto con i tuoi occhi.
Che io parli con la tua lingua.
Che io oda solo con le tue orecchie.
Che io assapori quello che tu gustasti.
Che le mie mani siano le tue.
Che i miei piedi siano sui tuoi passi.
Che io preghi con le tue preghiere.
Che io tratti con il tuo tratto.
Che io celebri come tu ti immolasti.
Che io sia Te e Tu sia in me; tanto che io scompaia”.
(Don Alberione)
Diap. 16 Preghiamo
Padre santo, ci hai invitati a seguirti più da vicino. Oggi risuoni nuovamente per noi quella chiamata, che ha segnato per sempre la nostra vita e la vita del Fondatore: “Venite a me, voi tutti”. Donaci lo stesso spirito del Beato Alberione, perché entriamo in un cammino di trasformazione, fino ad essere non solo di Cristo ma a divenire Cristo (cf VC 109), fino ad essere luogo della sua vita a imitazione del nostro Padre san Paolo: “Vivo, ma non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me” (Gal 2,20).
La speranza della croce
Il Signore ha qualcosa da dire,
il Signore ti vuole parlare.
Nel silenzio disponi il tuo cuore
se il tuo Dio vorrai ascoltare.
nel tuo cuore egli vuol rimanere.
Al suo invito non puoi rinunciare
se con Dio vorrai dimorare.
A Lei, Madre della speranza e della consolazione, rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera: affidiamole il futuro della Chiesa e di tutti le donne e gli uomini del mondo” (EE n° 125).
Insegnaci a proclamare il Dio vivente;
aiutaci a testimoniare Gesù, l’unico Salvatore;
rendici servizievoli verso il prossimo,
accoglienti verso i bisognosi,
operatori di giustizia,
costruttori appassionati
di un mondo più giusto;
intercedi per noi che operiamo nella storia
certi che il disegno del Padre si compirà.
mostrati Madre della speranza e veglia su di noi!
Veglia sulla Chiesa tutta:
sia essa trasparente al Vangelo;
sia autentico luogo di comunione;
viva la sua missione
di annunciare, celebrare e servire
il Vangelo della speranza
per la pace e la gioia di tutti.
proteggi l’umanità del terzo millennio!
Veglia su tutti i cristiani:
Veglia sui giovani,
speranza del futuro,
Veglia sui responsabili delle nazioni:
si impegnino a costruire una casa comune,
nella quale siano rispettati
la dignità e i diritti di ciascuno.
Fa’ che lo seguiamo e lo amiamo!
Lui è la speranza della Chiesa,
e dell’umanità.
Lui vive con noi, in mezzo a noi,
nella sua Chiesa.
Che la speranza della gloria
infusa da Lui nei nostri cuori
porti frutti di giustizia e di pace!” (EE, n°125).
e i nostri “perché?”
Il silenzio di Maria, un linguaggio d’eternità
Santa Maria del cammino
sempre sarà con te.
Vieni, Maria, quaggiù,
cammineremo insieme a Te verso la libertà.
chiusa in se stessa va;
offri per primo la mano
a chi è vicino a te.
Vieni, Maria, quaggiù,
cammineremo insieme a Te verso la libertà.
(testo di Beato Giacomo Alberione)
4a° Domenica d’Avvento 2010
E Dio crea passando attraverso il grembo di una donna e il cuore di un uomo che ha il compito di dare il nome: « darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù» (Mt 1,21). Giuseppe dovrà dare al bambino quel nome che Dio ha scelto per lui. Dare il nome scelto da Dio fa di Giuseppe un padre. È padre colui che ama talmente Dio da farsi voce e strumento di Dio per le persone a lui affidate. Giuseppe, figlio di Davide, è nato per dire al mondo che Dio si chiama Gesù e che Gesù vuol dire amore che salva. Questo nome è ciò che ci rimane di Giuseppe. Gesù è lunica parola implicita detta da lui nei Vangeli, tutto il resto è assoluto silenzio. La verità di Giuseppe è racchiusa nel «nome che è al di sopra di ogni nome» (Fil 2,9), annunziato dai profeti (cfr. Is 7,14), donato dagli apostoli: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!» (Atti 3,6). In Gesù, Dio diventa lEmmanuele: il Dio con noi che si fa presente e ci salva in ogni luogo dello spazio e in ogni ora del tempo.
