La vocazione è un tesoro

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La vocazione, come la stessa fede, è un tesoro che portiamo in vasi di creta (cfr 2 Cor 4,7); per questo dobbiamo custodirla, come si custodiscono le cose più preziose, affinché nessuno ci rubi questo tesoro, né esso perda con il passare del tempo la sua bellezza.

Tale cura è compito anzitutto di ciascuno di noi, che siamo stati chiamati a seguire Cristo più da vicino con fede, speranza e carità, coltivate ogni giorno nella preghiera e rafforzate da una buona formazione teologica e spirituale, che difende dalle mode e dalla cultura dell’effimero e permette di camminare saldi nella fede.

Su questo fondamento è possibile praticare i consigli evangelici e avere gli stessi sentimenti di Cristo (cfr Fil 2,5). La vocazione è un dono che abbiamo ricevuto dal Signore, il quale ha posato il suo sguardo su di noi e ci ha amato (cfr Mc 10,21) chiamandoci a seguirlo nella vita consacrata, ed è allo stesso tempo una responsabilità di chi ha ricevuto questo dono.

Con la grazia del Signore, ciascuno di noi è chiamato ad assumere con responsabilità in prima persona l’impegno della propria crescita umana, spirituale e intellettuale e, al tempo stesso, a mantenere viva la fiamma della vocazione.

Ciò comporta che a nostra volta teniamo fisso lo sguardo sul Signore, facendo sempre attenzione a camminare secondo la logica del Vangelo.

Papa Francesco


Spose bambine

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Sono ancora troppe le spose bambine nel mondo. Si parla di 15 milioni di ragazze che si sposano – o meglio sono costrette a sposarsi – prima dei 18 anni. Ma il numero preciso non è noto perché molte unioni non sono registrate visto che, fortunatamente, sempre più paesi hanno adottato leggi per porre limiti ai matrimoni precoci, che coinvolgono minorenni. Una volta sposate, le bambine devono lasciare la scuola e molto presto diventano mamme giovanissime che hanno rischiato la loro salute e quella del bambino che hanno portano in grembo.

Grazie alle azioni di varie coalizioni di organizzazioni non governative e associazioni di base, come per esempio Girls not brides, di cui fa parte anche l’organizzazione non governativa Terre des Hommes che si occupa di proteggere i bambini, il fenomeno dei matrimoni precoci è sempre più sotto i riflettori dell’opinione pubblica e delle istituzioni come violazione dei diritti umani.

MALAWI
Da un container a un nuovo Centro Paoline

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In Malawi tutto ha inizio in una piccola libreria situata in un container. Nata nel nascondimento oggi, grazie all’aiuto di tanti collaboratori, questo piccolo seme si è trasformato in un Centro Paoline situato nel cuore della città di Lilongwe, all’Old Montfort Bookshop.

Un miracolo dell’impegno ma anche della solidarietà. Un grande ringraziamento va alla diocesi di Vicenza in Italia per aver sostenuto questa nostra missione donando libri per i due seminari in Malawi. I seminaristi hanno apprezzato molto questo gesto di comunione.

Il loro grande desiderio è di diventare veri ministri del Vangelo e generosi operatori pastorali. Dio benedica il lavoro delle Figlie di San Paolo in Malawi e tutte le persone che le sostengono.

Ti basta la mia grazia!

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«Ti basta la mia grazia! La mia potenza si manifesta pienamente nella tua debolezza» (2Cor 12,9).
Loretta Toffoletti, fspComunità Roma RA (Italia)

Mi viene chiesto di scrivere la storia della mia vocazione in un momento in cui è venuta a mancare proprio la protagonista “fisica” che, con molta maestria e vivacità, ha accompagnato tutto il mio percorso vocazionale: sr Maria Pia Marcazzan.

Quando ho varcato per la prima volta la porta della libreria di Udine, una città situata al confine tra Italia e Austria, sono rimasta molto sorpresa per la sensazione di serenità e di pace che aleggiava nell’ambiente, più che nel vedere le suore “dietro a un bancone”. Mi muovevo quasi estasiata in ogni angolo della libreria, passai in rassegna ogni scaffale, presi in mano quasi tutti i libri esposti senza rendermi conto del tempo che passava. Gradivo molto persino il sottofondo musicale, e tutto mi sembrava così perfetto da sentirmi da subito a mio agio, come a casa mia. Finalmente soddisfatta e stupita allo stesso tempo nel sentirmi così serena, mi resi conto con intima gratitudine che nessuna sorella aveva interrotto quel momento così “salutare” per me, un momento di amicizia tra me e la libreria che mi portava lontano dal buio che avevo dentro e ripristinava in poche ore una pace interiore che non sentivo più da lungo tempo.

Sr Maria Pia capì che cercavo un interlocutore e trovò il modo per iniziare un dialogo di conoscenza. Da quell’incontro si instaurò da subito una sintonia tale che sciolse in me ogni remora, dimenticai la mia timidezza e ben presto la comunità delle Figlie di San Paolo divenne a tutti gli effetti la mia seconda casa. Mi piaceva molto frequentare le sorelle, ascoltare i loro racconti, aiutarle nelle piccole cose di casa; la fiducia che tutte avevano nei miei confronti mi faceva sentire molto libera in quell’ambiente. Folgorante fu per me l’incontro con la vita e gli scritti di Don Alberione, sentivo che ciò che leggevo mi nutriva e allo stesso tempo la sua figura mi attirava molto, lo elessi così “mio amico speciale”.

Parallelamente iniziai a frequentare anche il gruppo dei GEP (Giovani Evangelizzatori Paolini), sono stati due anni molto intensi; a cominciare dalle sempre nuove esperienze che facevo e che sorgevano dalla creatività inarrestabile di sr Maria Pia: mostre del libro, campi scuola, ritiri, missioni bibliche, feste-giovani, esperienze in libreria… non avevo mai avuto, fino a quel momento, la possibilità di un confronto diretto e amichevole con altri della mia età e così grazie a questa “vita di gruppo” molto intensa, tante insicurezze, barriere e paure si andavano sciogliendo lasciando spazio alla riscoperta di me stessa e dei valori quali l’accoglienza, la fiducia, il dialogo.

Alla base di tutto questo c’era una sempre maggiore conoscenza del Maestro: mi sentivo figlia di un Padre il cui cuore nutriva per me, da sempre, un amore infinito e fedele. Mi piaceva incontrarmi con lui e gioivo molto nel poterlo vedere e incontrare nell’Eucaristia, nelle veglie notturne organizzate o nella silenziosa cappella della comunità. Frequentando le Paoline, ho scoperto la bellezza della lettura della Bibbia, ma altrettanto bello era anche farne personalmente l’esperienza e riconoscere la voce di Dio che parla nella coscienza e rivela le risposte ai tanti interrogativi.

Ma tutto questo, dopo il primo anno, cominciava a non bastarmi più. Sentivo che Dio mi parlava ma io non capivo, questo mi faceva provare gioia e sofferenza allo stesso tempo. Gioia perché sentivo ormai certa la sua presenza e il suo amore per me, e sofferenza perché, raggiunta una tappa, volevo ancora di più. Tutto stava diventando relativo. Persino gli incontri col gruppo GEP mi lasciavano insoddisfatta. Sr Maria Pia molto probabilmente lo capì meglio di me. Mi invitò in libreria per aiutarla ad aprire i pacchi, a controllare le fatture, a preparare un incontro; cominciò a farmi scrivere articoli per giornalini, a farsi aiutare per l’inventario… Ricominciavo a respirare e a ritrovare il buon umore. Intanto, la Parola di Dio si faceva sempre più strada nel mio cuore e nei miei pensieri. «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia…» (Mt 6,33); «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente…» (Rm 12,2). Questi versetti si susseguivano nella mia mente continuamente, ogni volta che interrogavo il Signore, che tentavo di studiare, che pensavo al mio futuro…

Da lì a pochi mesi ebbi l’occasione, su inco13 raggiamento di sr Maria Pia, di “aiutare”, diceva lei, una radio che stava nascendo e che cercava persone che realizzassero un programma di recensioni di libri. Mi mise a disposizione la libreria invitandomi a scegliere qualche libro da presentare alla radio.

Quell’esperienza fu, secondo me, oltre che “illuminante”, anche la premessa alla mia vocazione paolina. Provare concretamente a leggere i libri, a scriverne le recensioni, a organizzarli per la trasmissione radio è stato per me capire le parole di Don Alberione nella sua pienezza. «Opporre stampa a stampa, radio a radio…», «Fare la carità della verità», «Risanare…». Presi coscienza che il mio desiderio era annunciare che solo in Dio si può trovare la vera gioia, dire alla gente che lui esiste veramente e che se era riuscito a cambiare la mia vita poteva sicuramente cambiare anche la loro. Come comunicare questo se non attraverso i mezzi di comunicazione che possono molto più di quanto può fare la mia voce? Cominciavo a invidiare tutto delle Paoline: la loro comunità, il loro lavoro, il loro modo di pregare…

Da lì a qualche settimana, col gruppo siamo partiti alla volta di Vicenza per partecipare alla Festa-Giovane organizzata annualmente dalla Famiglia Paolina. Quel giorno entrai in una confusione totale. Pensieri nuovi mi sorgevano nella mente, prendevo coscienza che volevo una vita diversa, che gli studi universitari e l’idea di una famiglia non mi bastavano più. Sarei stata felice solo se avessi fatto quello che facevano le Paoline, ma allo stesso tempo pensavo che con un carattere tutt’altro che espansivo questo fosse irrealizzabile. Non mi sentivo nemmeno in grado di fare molte cose che invece le Paoline facevano…

Quante difficoltà avrei incontrato? Sarei mai riuscita a correggermi, a eliminare tanti difetti? E come facevo a essere sicura che la mia fosse veramente una chiamata alla vita religiosa? E poi, se non dalle Paoline, dove? Questi e mille altri pensieri si affollavano nella mente. Verso sera, al saluto finale poco prima di salire sul pullman per il rientro nelle diverse città di provenienza, ci fu un ultimo segno. La consegna “da parte di Dio” di un suo messaggio per noi. Con sorpresa, mi resi conto di sentirmi molto emozionata nella scelta del biglietto. Salita sul pullman, a viaggio ormai avviato, visto che i miei amici dormivano, decisi di leggere il messaggio: «Ti basta la mia grazia! La mia potenza si manifesta pienamente nella tua debolezza» (2Cor 12,9). Quel messaggio si tradusse molto chiaramente nel mio intimo assicurandomi la presenza e l’invito del Signore a seguirlo. Mi sciolsi in un lungo e silenzioso pianto di commozione per l’amore infinito e il dono che Dio mi stava facendo.

Era il 21 marzo e il mio cuore viveva lo sbocciare di una nuova vita con un sentimento di amore, gratitudine e felicità indescrivibili.

I martiri ci ricordano che Dio rinnova il mondo col suo amore

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Papa Francesco ha presieduto sabato 22 aprile, nella Basilica romana di San Bartolomeo all’Isola, una Preghiera per i Nuovi Martiri, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. «Esultano in cielo i santi martiri, che hanno seguito le orme di Cristo, per suo amore hanno versato il sangue e si allietano per sempre nel Signore». Sono le prime parole dell’Inno dei Martiri che, assieme al suono delle campane, ha accompagnato l’arrivo di Papa Francesco.

Momento forte della celebrazione sono state le testimonianze sui nuovi martiri: il figlio di Paul Schneider, pastore della Chiesa riformata, ucciso nel campo di sterminio di Buchenwald nel 1939, un amico di William Quijano, ucciso da bande armate in Salvador, e Roselyne Hamel, sorella di padre Jacques, ucciso in chiesa da fondamentalisti islamici. «Possa il sacrificio di Jacques – è il suo auspicio – portare dei frutti, perché gli uomini e le donne del nostro tempo possano trovare la via per vivere insieme in pace».

MOZAMBICO
La Parola di Dio per i battezzati

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La Settimana Santa a Maputo ha avuto al centro la diffusione della Parola di Dio. Le Figlie di San Paolo hanno partecipato con grande intensità alla preparazione dei battesimi per i numerosi catecumeni della diocesi e di quelle vicine. È stata la Parola di Dio il regalo scelto per i battezzati. Nella Libreria Paoline di Maputo, la gente era in fila aspettando con pazienza di poter entrare e fare la sua scelta.

La TV locale ha ripreso l’avvenimento e intervistato sr Ines Pissinin sul significato di questo gesto. La Biblia Sagrada Africana, editata dalla Paoline in portoghese, ha dato la possibilità di offrire ai fratelli e sorelle del Mozambico il testo biblico nella propria lingua con la speranza di favorire lo sviluppo e la pace in questo momento così difficile e pieno di incertezza per tanti.

Pasqua di Risurrezione 2017

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At 10,34.37-43; Sal 117; Col 3,1-4; Gv 20,1-9

Dalle tenebre, la Luce intramontabile

 

Eccoci giunti al “giorno nuovo”, l’Ottavo giorno, quello generato dalla notte delle notti. La notte “più luminosa” del giorno che illumina ogni nostra notte, nella quale è necessario vigilare.

La notte in cui siamo stati creati e dal nulla, improvvisamente, come un prodigio abbiamo cominciato ad esistere. La notte della prova, quando la fede appare una velleità che alimenta solo illusioni e false speranze. La notte nella quale ci sembra che la vita ci abbia condotto ad un vicolo cieco e, andare avanti, sembra come un mare invalicabile, assediati da minacce di morte. Come pure quella in cui comprendiamo di aver sprecato tempo senza averlo impiegato, vissuto e speso per cose che davvero potevano alimentare l’anima e dissetare il cuore. La notte della morte che divora ogni vita, la nostra vita, ora è vinta dalla Luce! Come le Mirofore di buon mattino – quando era ancora buio si recarono al sepolcro – cosi corriamo anche noi per trovare conferma alla nostra fede non legata a vaneggiamenti di donne. Esse andarono con la convinzione di trovare un “morto” su cui piangere e trovarono un Vivente per cui e con cui gioire; quante volte le persone vengono a cercare nelle nostre comunità il Vivente e non vi trovano che il ricordo di un morto da rimpiangere. Continuiamo a voler “ungere” un ricordo passato, invece di profumare la vita col nostro annunciare il Vivente presente oggi.

Dopo i giorni della passione lasciamoci sconvolgere dall’annuncio che il Risorto è proprio il crocefisso, non “un altro”. E crediamo che pure le nostre croci saranno trasformate in vessillo di gloria. Con Lui saremo portatori di calore e luce nell’oscurità del mondo, un fuoco che la Stella del mattino troverà ancora acceso. Lasciamoci lambire dalla sorgente d’acqua viva scaturita del suo cuore: le nostre aridità fioriranno nel giardino nuovo del quale – da quel primo giorno dopo il Sabato – il custode si è rivelato il Cristo stesso, con l’apparire tale alla Maddalena. Facciamoci portatori della speranza che non delude, cercando le “cose di lassù” dove si trova Cristo. Abbandoniamo i nostri sepolcri di dolore, di paura, di peccato…di morte. Se ci parrà impossibile con le nostre forze, perché troppo grande è la pietra che ci relega in essi, non temiamo: il terremoto della Vita può ribaltare ogni cosa e farci risorgere col Signore!

Preghiera

Signore Gesù,
scuoti le nostre terre morte
irrorate dal sangue di tanto dolore innocente;
esci dai nostri sepolcri
e conduci tutti noi, insieme a te, sulle rotte del Cielo
con la fede dei piccoli,
la speranza dei semplici,
l’amore degli umili!

 

don Massimo TellanParroco di San Giovanni Crisostomo, Roma

Lettera di Pasqua 2017

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Carissime sorelle,

Pasqua è un avvenimento dalla forza travolgente. Pasqua è annuncio di bellezza, presagio di una vita luminosa che irradia grazia: Gesù è il Risorto, è il Vivente, e noi lo possiamo incontrare Vivo come lo incontrarono le donne che, al mattino del terzo giorno, si recarono al sepolcro.

Lasciamoci invadere dal fascino della Risurrezione, dall’incanto della persona di Gesù risorto e, con l’apostolo Tommaso, tocchiamo il suo costato trafitto professando: «Mio Signore e mio Dio» (Gv 20,28).

Nella luce pasquale, «ogni nuovo dramma che accade nella storia del mondo diventa scenario di una possibile buona notizia: l’amore riesce sempre a suscitare cuori capaci di commuoversi, volti capaci di non abbattersi, mani pronte a costruire» (Papa Francesco, Messaggio per la 51a Giornata della comunicazione). Facciamoci annunciatrici di buone notizie per diventare «fari nel buio di questo mondo, che illuminano la rotta e aprono sentieri nuovi di fiducia e speranza» (ivi).

Buone notizie da irradiare anzitutto nelle nostre comunità, esortandoci a cogliere la positività delle diverse situazioni, a credere che ogni evento, anche il più insignificante, è storia di salvezza.

Buone notizie da lanciare attraverso i social media, che normalmente frequentiamo, per dire parole di pace, di riconciliazione, di vita nuova…

Gli occhiali della buona notizia, che riceviamo a Pasqua, ci permettono uno sguardo di fede che ci fa vedere oltre, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta della storia (cfr. EG 278).

Vedere oltre…

–  per accogliere quella misteriosa fecondità che deriva dalla «libertà di rinunciare a calcolare e a controllare tutto, e permettere che lo Spirito ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci spinga dove Lui ..» (EG 280);
–  per scorgere anche nei deserti spirituali di oggi, il “ramo di mandorlo” (Ger 1,11), l’albero-sentinella che precede i barlumi della primavera e annuncia la bella stagione;
–  per scoprire «il filo rosso dell’amore di Dio che collega tutta la nostra esistenza» (Papa Francesco, Messaggio per la XXXI GMG).

Preghiamo, in questo tempo, in modo particolarissimo per le nostre sorelle Pie Discepole che il 30 aprile, nella gioia della Pasqua e nell’attesa consolante dello Spirito, inizieranno il loro 9° Capitolo generale che avrà come tema Vino nuovo in otri nuovi. Che il vino nuovo fluisca in abbondanza sulla loro assemblea, per il bene di tutta la Famiglia Paolina.

Anche a nome delle sorelle del governo generale, porgo a tutte i più affettuosi auguri di una Pasqua di speranza, con un ricordo speciale alle nostre sorelle più giovani, perché trovino nelle nostre comunità il luogo adatto per lasciare esplodere la vita e «accendere il fuoco nel cuore del mondo» (EG 271).

sr Anna Maria Parenzan
superiora generale


ROMANIA
Sfintele Evanghelii si Faptele Apostolilor

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Nella Libreria Paoline di Bucarest è stato presentato il libro Sfintele Evanghelii si Faptele Apostolilor, la traduzione in lingua rumena del libro Vangeli e Atti degli Apostoli. Password Bibbia giovane, editato in Italia dalla San Paolo. Sono intervenuti don Tarciziu Serban, professore di Scienze Bibliche alla Facoltà di Teologia romano-cattolica dell’Università di Bucarest, e suor Rodica Miron, direttrice del Collegio romano-cattolico San Giuseppe di Bucarest. Invitato speciale all’evento S.E. Ioan Robu, arcivescovo romano-cattolico di Bucarest.

Don Tarciziu, che ha corretto e adattato la traduzione delle note e delle rubriche che accompagnano il testo biblico, ha situato, con chiarezza, questa nuova edizione de Vangelo nel contesto dell’editoria biblica esistente oggi nell’ambito cattolico rumeno. Ha presentato poi, la struttura del libro, sottolineando la ricchezza delle note e delle rubriche, che aiutano il lettore ad approfondire il testo sacro e pregare con esso. Suor Rodica Miron ha offerto alcuni suggerimenti circa il modo di valorizzare al massimo questo testo in famiglia, nell’ambito parrocchiale e nelle scuole, per favorire frutti spirituali, che la Parola di Dio regala ad ogni persona.

Alla fine monsignor Robu ha concluso invitando tutti i presenti alla lettura della Parola di Dio e alle Paoline un incoraggiamento nella continua diffusione del Vangelo, per arrivare a tutti, anche con modalità nuove.

Con questa edizione si è finalmente realizzato un sogno per le Figlie di San Paolo della Romania. Accompagniamo il viaggio di questo libro con la preghiera, affinché la Parola si diffonda e sia glorificata (cf 2Tes 3,1)