Consulta femminile del Pontificio consiglio della cultura

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È nata la Consulta femminile del Pontificio consiglio della cultura, con l’obiettivo di offrire alla società il contributo unico delle donne. Ne fanno parte trentasette donne, tra cui la teologa iraniana Shahrazad Houshmand, che ha riconosciuto come ciò rappresenta qualcosa di rivoluzionario, perché mai prima d’ora il Vaticano ha avuto un gruppo di questo tipo.

Ha inoltre chiarito che non siamo femministe, e che c’è il desiderio di intraprendere presto un dialogo con i colleghi maschi e preti, al fine di imparare gli uni dagli altri, non sarebbe giusto né efficace eliminare le differenze tra uomini e donne.

Consuelo Corradi, la coordinatrice del gruppo, ha sottolineato inoltre come questa iniziativa non è affatto di portare “qualcosa di ideologico”, ma le donne “nella loro realtà concreta”.

La diversità, ha suggerito, in particolare in termini di vocazione, di carriera, offrirà la possibilità di incoraggiare meglio i cattolici del mondo, attraverso la visione unica delle donne.

SPAGNA
Donare un libro

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Le Figlie di San Paolo di Valencia, che hanno appena celebrato i 70 anni di presenza in questa importante città della Spagna, hanno realizzato anche quest’anno una bella iniziativa in uscita.

Nell’imminenza del Natale, la libreria ha interessato i visitatori, amici e clienti ad una campagna speciale: acquistare un libro per donarlo ai bambini e ragazzi dell’Orfanotrofio Colegio de Niños Huérfanos de San Vicente Ferrer, e scrivere una dedica personalizzando il dono. Le persone hanno molto apprezzato la campagna educativa, tanto che la donazione ha raggiunto i 100 volumi.

Il dono è stato poi consegnato direttamente ai giovani lettori, in un momento di festa nello stesso collegio. Ciascuno ha ricevuto il suo libro in un clima di gioia, animazioni, giochi e canti.

La festa si è conclusa con una celebrazione eucaristica.

Negli anni precedenti erano state diverse le iniziative in uscita realizzate, tra cui una missione e diffusione nelle carceri e in un quartiere poverissimo della città. Queste uscite dalla libreria sono una grande gioia per tutte le Paoline di Valencia, perché allargano il cuore e gli orizzonti, creano contatto più diretto con il territorio, con le persone e situazioni diverse, e danno dinamismo alla diffusione.

Terza domenica di Quaresima 2017

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Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2,5-8; Gv 4,5-42

Una stanchezza che “ri-genera”

 

Signore Gesù giunge in Samaria e «stanco per il lungo viaggio» sosta presso il pozzo di Giacobbe. Sembra così inusuale leggere che il Maestro, che non conosce sosta nell’annunciare, con opere e parole, l’avvento del Regno; che è infaticabile nel suo guarire le folle che si accalcano attorno a lui quasi a schiacciarlo; che domina le potenze del mare come quelle del male; che non dorme per ritirarsi in preghiera, ora possa essere “stanco”! Quale “viaggio” avrà mai potuto compiere da renderlo spossato a tal punto? Giovanni stesso lo lascia intuire nei versetti che precedono l’arrivo al pozzo.

Gesù ha lasciato il clamore del chiacchiericcio farisaico circa il battezzare dei suoi discepoli rispetto al Precursore, quasi vi fosse una competizione in corso, e si è messo in viaggio come a prendere le distanze da queste logiche e polemiche. Forse la sua “stanchezza” deriva da questo viaggio attraverso l’insensatezza che lo circondava, dai primi rifiuti verso di Lui e la sua missione condivisa dagli apostoli. Il suo cuore, la sua anima, più che i suoi piedi sono stanchi e così si ferma al pozzo dove incontra una donna samaritana. Una donna, una estranea, una che va al pozzo nell’ora meno opportuna del giorno ‒ forse per la sua situazione affettiva poco convenzionale per il villaggio ‒, incarna la diversità naturale, sociale e morale. A lei chiede da “bere” per suscitare in lei il desiderio del dono che sta per farle.

Ma allora cosa c’entra la sua stanchezza? Probabilmente l’evangelista vuole sottolineare che, anche per il Maestro di Nazareth, l’incontro con l’estranea, col diverso, diventa occasione per rinfrancare il cuore stanco. Infatti non è forse vero che quando vogliamo donare qualcosa di profondamente nostro, il frutto di tale dono è una benedizione anche per noi stessi? Non è nell’offrire amore che ce ne sentiamo colmati, facendo esperienza che solo donando si riceve? Non ci capita anche con la fede, che proprio nel porgerla agli altri la sentiamo rinnovarsi più forte, viva e consapevole in noi? Certamente questo capita a noi e, invece, Gesù è Figlio di Dio; ma la sua umanità stanca è la medesima della nostra, quella che il Verbo della vita ha assunto per conformarci a lui attraverso la grazia del Battesimo. La sua umanità segnata dalla stanchezza, come caricata del peccato sulla croce, diviene il santuario dell’incontro con Dio che dona l’acqua viva dello Spirito d’amore. In essa, egli ci dà appuntamento per incontrarci e trasformare le nostre fragilità e stanchezza in occasioni per attingere grazia ed essere, a nostra volta, sorgente per tutti coloro che, “diversi” da noi, incontreremo lungo i deserti del mondo.

Preghiera

Signore, come la samaritana siamo davanti a te
bisognosi di accoglienza, di comprensione, d’amore,
pronti ad attingere dal tuo cuore ‒ ormai trafitto,
oltre che stanco ‒ la forza per trasformare
le nostre cisterne screpolate in sorgenti per il mondo.

don Massimo TellanParroco di San Giovanni Crisostomo, Roma

SUD AFRICA
Presentazione del Vangelo di Matteo

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Con l’apertura del nuovo anno sociale sudafricano, le Paoline di Johannesburg hanno ripreso le loro attività culturali programmando tre incontri per la presentazione del Vangelo di Matteo. Gli eventi sono stati organizzati in collaborazione con la “Fondazione biblica cattolica” della diocesi.

L’itinerario, iniziato partendo da una breve introduzione sui punti salienti della Dei Verbum, è proseguito con una panoramica generale sul Vangelo di Matteo soffermandosi principalmente sull’autore e sulle varie parti che lo compongono.

I prossimi incontri sono programmati per il 25 marzo e il 6 maggio.

 

KENYA
Social media and you

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Si è svolta a Nairobi, nella sede delle Figlie di San Paolo, l’animazione per le scuole secondarie sui Social Media. Il seminario dal tema Social media and you, aveva la finalità di formare all’utilizzo dei media per diventare cittadini responsabili, soprattutto in vista delle prossime elezioni generali in programma il mese di agosto.

L’animatore principale del corso è stato padre Charles Kinyua, direttore di Radio Waumini. Durante i laboratori il lavoro di squadra tra Paoline e i collaboratori laici del Kenya (E.P.K), specialisti nel campo dell’educazione, è risultato prezioso ed efficace per illustrare la funzione dei media nella società e nella vita dei singoli.

Alla fine, con il contributo di tutti, sono stati tracciati i principi che devono guidare all’utilizzo critico e responsabile dei social media.

ITALIA
I giovani della Famiglia Paolina… In discernimento

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Il discernimento è il tema affrontato dai giovani consacrati della Famiglia Paolina che si sono riuniti a Roma dal 3 al 5 marzo 2017. Camminare insieme sulle strade del Signore per trovare vie nuove all’annuncio del Vangelo nel mondo di oggi, è stato il desiderio e la forza che ha fatto da traino a questo incontro annuale di formazione.

Don Giacomo Perego, sacerdote paolino e biblista, ha aiutato a riflettere su questo tema i giovani juniores che hanno già emesso i primi voti, ma non ancora i voti perpetui nelle varie congregazioni e istituti della Famiglia Paolina. A guidare la riflessione sono state le figure bibliche di Abramo e Maria con il costante riferimento a don Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, e al carisma paolino.

Seconda domenica di Quaresima 2017

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Gen 12,1-4; Sal 32; 2Tm 1,8-10; Mt 17,1-9

Una salita che “trasfigura”

 

Salire, salire sempre, salire comunque! Non è facile, bisogna ammetterlo – muovendo i primi passi nel deserto quaresimale –, come non lo fu per Abramo chiamato a lasciare la sua terra per divenire straniero, entrando in una apparente “maledizione” per essere invece benedetto dal Signore. Non fu facile per Mosè, chiamato non solo a condurre il suo popolo, ma anche a “mediare” tra questo e il Dio dei padri; come non fu facile per Elia profeta, strenuo difensore della fedeltà a Dio e dell’osservanza della sua Parola.

E certamente non fu facile per Cristo Gesù salire l’irta ed impervia altura del Golgota per farsi carico del peccato di ogni uomo. Sì, non fu facile salire la cima della volontà del Padre, discendendo nell’abisso più profondo – per il Figlio di Dio – del venir trattato da peccato in nostro favore (2Cor 5,21). Non fu facile ma fu giusto, secondo il progetto della nostra salvezza.

Cristo è salito discendendo, affinché noi – così inclini a discendere negli “anfratti” più remoti della distanza da Dio, che è il peccato – potessimo tornare a salire con Lui. Questa la strada dal Tabor al Calvario e dal Calvario al Cielo. Una strada difficile da percorrere per noi, come ieri per Simon Pietro, nell’accettare che il Maestro possa subire tale sorte e la indichi ai suoi discepoli d’ogni tempo! È per questo che possiamo intraprenderla solo se Gesù ci “prende con sé”, come face con Pietro, Giacomo e Giovanni. Se non fosse lui a “prenderci”, noi resteremmo chiusi nelle nostre considerazioni e ragionamenti umani che, troppo spesso, ci fanno ricusare la via dell’obbedienza al Padre, specie quando si tinge dei colori purpurei della croce.

Eppure, solo salendo con l’umiltà obbediente del discendere, possiamo giungere a contemplare le cose e la vita con la prospettiva di Dio. Solo in questo modo possiamo vedere la vita “trasfigurarsi” nella bellezza del Cielo, piuttosto che “sfigurarsi” con l’orgoglio del nostro peccato.

Preghiera

Rendici docili, Signore Gesù, all’ascoltarti
per salire negli orizzonti del Padre
e, avvolti dalla nube dello Spirito,
imparare da te, Figlio amato,
a discendere per la via dell’umile fiducia
nell’amore di Dio in ogni momento della vita,
gioioso o di prova che sia.
Con te, saremo noi pure trasfigurati
e trasfiguranti il mondo. Amen.

don Massimo TellanParroco di San Giovanni Crisostomo, Roma

Workshop in Vaticano su Twitter e diplomazia

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«Dove sta l’uomo, lì sta anche la Chiesa, ecco perché il Papa è presente su Twitter e Instagram». È quanto affermato da mons. Lucio Adrian Ruiz, segretario della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, che ha introdotto il workshop Twitter Diplomacy at the Holy See, tenutosi in Vaticano. L’evento, promosso dall’ambasciata britannica presso la Santa Sede in collaborazione con il dicastero per la Comunicazione, ha riunito diplomatici e personalità che, in Vaticano e nella Chiesa, si occupano della comunicazione digitale in particolare su Twitter.

Durante l’incontro, sono state condivise esperienze su come sia cambiato il modo di comunicare, anche a livello istituzionale, dopo l’irrompere dei Social Network.

Particolare rilievo è stato dato, negli interventi dei partecipanti, al ruolo positivo che Papa Francesco sta offrendo quotidianamente attraverso il suo account @Pontifex, seguito da oltre 32 milioni di follower in 9 lingue. È un leader sui Social, è stata l’opinione condivisa, perché sa toccare la mente e il cuore intervenendo su tematiche di grande importanza per tutti, credenti e non.

INDIA
Supporti di stampa in un mondo digitale: prospettive e sfide

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Dalle Figlie di San Paolo di Bandra, Mumbai, è stato organizzato un convegno sul tema Supporti di stampa in un mondo digitale: prospettive e sfide. Circa un centinaio di persone hanno partecipato all’incontro con grande interesse e condivisione.

Sono stati delineati i vantaggi e gli svantaggi di vivere in una società globalizzata in cui la comunicazione di massa e i media elettronici plasmano sempre più l’identità dei singoli.

Uno sguardo particolare è stato rivolto ai supporti di stampa in relazione agli altri mezzi di comunicazione sociale analizzando come la stampa stessa oggi condivide il concetto di realtà in un mondo virtuale.

Al termine i partecipanti hanno e ringraziato per la possibilità di aggiornamento e confronto su una tematica così attuale e importante.

MOZAMBICO
Cinquant’anni di presenza paolina

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Sono passati cinquant’anni da quando arrivarono a Beira, in Mozambico, le prime tre Figlie di San Paolo: sr Giuseppa Panarello, sr Teresa Ramos e sr Vicentina Lopes.

Cinquant’anni di gioie, di sfide, di sofferenze, ma anche di fede incrollabile che ha operato miracoli.

Per ricordare questo anniversario così importante, il 19 febbraio è stata celebrata una Messa solenne presieduta da monsignor Francisco Chimoio, Arcivescovo di Maputo. Hanno partecipato a questo momento di festa amici, parenti, collaboratori e alcune sorelle arrivate dal Sudafrica e dall’Angola,

Erano presenti anche sr Teresa Ramos, una delle tre pioniere in Mozambico, ora missionaria in Sudafrica e sr Olga Massango, la prima vocazione mozambicana, ora missionaria in Kenya.

Monsignor Chimoio ha ringraziato le Figlie di San Paolo per la loro presenza e per la missione paolina che è un dono per tutta la chiesa mozambicana.

Nel suo messaggio augurale la Superiora generale, sr Anna Maria Parenzan, ha ricordato un’espressione significativa del Beato Giacomo Alberione: «Chiudo con il Te Deum un cinquantesimo anniversario della Congregazione e apro il tempo futuro con il Veni Creator …». E le sue parole così continuano: «Il Signore ci ha portate come su ali di aquila, ha guidato i nostri passi, ci ha dato la grazia di avviare e, dopo alcuni anni di forzato silenzio, riavviare l’apostolato paolino in questa terra. Veramente quel piccolo seme sta crescendo e certamente diventerà, con la grazia di Dio, un albero grande…Ora inizia una nuova tappa, sono sicura che sarà piena di speranza, di frutti apostolici e vocazioni».