Seconda domenica di Quaresima 2017

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Gen 12,1-4; Sal 32; 2Tm 1,8-10; Mt 17,1-9

Una salita che “trasfigura”

 

Salire, salire sempre, salire comunque! Non è facile, bisogna ammetterlo – muovendo i primi passi nel deserto quaresimale –, come non lo fu per Abramo chiamato a lasciare la sua terra per divenire straniero, entrando in una apparente “maledizione” per essere invece benedetto dal Signore. Non fu facile per Mosè, chiamato non solo a condurre il suo popolo, ma anche a “mediare” tra questo e il Dio dei padri; come non fu facile per Elia profeta, strenuo difensore della fedeltà a Dio e dell’osservanza della sua Parola.

E certamente non fu facile per Cristo Gesù salire l’irta ed impervia altura del Golgota per farsi carico del peccato di ogni uomo. Sì, non fu facile salire la cima della volontà del Padre, discendendo nell’abisso più profondo – per il Figlio di Dio – del venir trattato da peccato in nostro favore (2Cor 5,21). Non fu facile ma fu giusto, secondo il progetto della nostra salvezza.

Cristo è salito discendendo, affinché noi – così inclini a discendere negli “anfratti” più remoti della distanza da Dio, che è il peccato – potessimo tornare a salire con Lui. Questa la strada dal Tabor al Calvario e dal Calvario al Cielo. Una strada difficile da percorrere per noi, come ieri per Simon Pietro, nell’accettare che il Maestro possa subire tale sorte e la indichi ai suoi discepoli d’ogni tempo! È per questo che possiamo intraprenderla solo se Gesù ci “prende con sé”, come face con Pietro, Giacomo e Giovanni. Se non fosse lui a “prenderci”, noi resteremmo chiusi nelle nostre considerazioni e ragionamenti umani che, troppo spesso, ci fanno ricusare la via dell’obbedienza al Padre, specie quando si tinge dei colori purpurei della croce.

Eppure, solo salendo con l’umiltà obbediente del discendere, possiamo giungere a contemplare le cose e la vita con la prospettiva di Dio. Solo in questo modo possiamo vedere la vita “trasfigurarsi” nella bellezza del Cielo, piuttosto che “sfigurarsi” con l’orgoglio del nostro peccato.

Preghiera

Rendici docili, Signore Gesù, all’ascoltarti
per salire negli orizzonti del Padre
e, avvolti dalla nube dello Spirito,
imparare da te, Figlio amato,
a discendere per la via dell’umile fiducia
nell’amore di Dio in ogni momento della vita,
gioioso o di prova che sia.
Con te, saremo noi pure trasfigurati
e trasfiguranti il mondo. Amen.

don Massimo TellanParroco di San Giovanni Crisostomo, Roma

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