Philippines “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”
La terza assemblea per gli operatori della comunicazione sociale, promossa e condotta dalle Figlie di San Paolo di Pasay City, ha avuto come tema: “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”, tratto dal messaggio di Benedetto XVI per la 45ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Un incontro rilevante per tracciare insieme una risposta apostolica più efficace alle sfide incontrate nell’ambito dei diversi ministeri preposti a servizio della Pastorale diocesana, della Commissione della Comunicazione e dell’Ufficio stampa della Conferenza Episcopale cattolica delle Filippine.
Le nuove tecnologie non stanno cambiando solo il modo di comunicare ma la comunicazione in se stessa, provocando sempre più una vasta trasformazione culturale per la quale s’impone una seria riflessione sul senso della comunicazione nell’era digitale.
Maggio 2011
Codias Sr Gisella
Esposito Anna Sr Maria Amabilis
George Sr Sylvia
Magsarili Felisa Sr Maria Raffaella
Merlo Sr Teresa
Czech Republic La bellezza di condividere il carisma coni laici
La comunità delle Figlie di san Paolo di Praga affianca ed offre alle prime cooperatrici paoline della Repubblica Ceca un cammino formativo gioioso e creativo.
Il piccolo gruppo è formato da quattro donne che già da tempo e in diversa misura collaborano con la comunità nella missione paolina. Altre persone seguono gli incontri da lontano ricevendo il materiale (audio, testi, ppt) attraverso e-mail.
L´itinerario formativo ha come obiettivo quello di “approfondire il ruolo del laicato nella Chiesa e la conoscenza dei pilastri della spiritualità paolina”. La condivisione dell’esperienza personale e profondi momenti di preghiera sono il clima dove lo Spirito va aprendo pian piano validi percorsi formativi.
Italy Pasqua 2011
Pasqua 2011
Solo una donna non si arrende! La discepola di Magdala non riesce a stare lontana dal suo Maestro e ritorna senza paura al sepolcro. Alle prime luci dell’alba il suo grido scuote il torpore della nostra comunità: «Hanno portato via il Signore e non sappiamo dove l’hanno posto!» (Gv 20,2). Una corsa senza senso ci ha portati velocemente davanti alla pietra tolta. Siamo entrati, abbiamo visto i teli e il sudario, poi la decisione di tornare a casa. Lei è rimasta piangendo e cercando l’Amato del suo cuore (cfr. Ct 3,1-3). Chinatasi verso il sepolcro, Maria vede «due angeli in bianche vesti, seduti dove prima c’era il corpo di Gesù, uno dalla parte della testa e l’altro dei piedi»: «Donna, perché piangi?» (Gv 20,12). La memoria dell’amata, nutrita dalle Sacre Scritture e dalla liturgia del Tempio, porta alla luce il ricordo vivo dei due cherubini che stanno seduti sul propiziatorio dell’Arca dell’Alleanza che, proprio come nel sepolcro, custodiscono tra loro uno spazio vuoto.
Quando l’Arca è posta definitivamente nel Tempio di Gerusalemme, lo spazio vuoto diventa il luogo della gloria, della potenza e della presenza efficace di Dio; e quando nel Giorno del Perdono (in ebraico Yom Kippur) il sommo sacerdote entra nel Santo dei Santi per il rito di espiazione, quello spazio vuoto tra i due cherubini (che il greco biblico chiama hilastērion: strumento di espiazione) si trasforma nel luogo dove Dio cancella l’iniquità del suo popolo (cfr. Es 25,22; Lv 16,15-16). Il vuoto quindi è lo spazio voluto da Dio per continuare a parlare, incontrare e perdonare i suoi figli. Nella luce del mattino di Pasqua, tra gli angeli del sepolcro vuoto, Maria incontra il Risorto, “propiziatorio eterno della Nuova Alleanza” (cfr. Rm 3,25-26) dove l’amore misericordioso di Dio sarà sempre presente fine alla fine dei tempi.
Superiora Generale Pasqua 2011
nel giorno solenne di Pasqua la Sequenza ci fa proclamare, con stupore e commozione, lantico annuncio: «Cristo, mia speranza, è risorto!». E anche noi, allalba della nuova creazione, come Maria di Magdala, come Pietro e Giovanni, siamo costituite testimoni della vittoria della Vita sulla morte.
Il silenzio del sepolcro è stato infranto, la luce è brillata nelle tenebre illuminando ogni esistenza e ponendola sotto il segno della redenzione, della trasfigurazione nellamore.
La risurrezione di Cristo è promessa e premessa di liberazione da quellangoscia della morte che tormenta lumanità e compromette le stesse relazioni. Gesù Cristo ha portato sul suo corpo, nella tomba, tutte le violenze che gli esseri umani sinfliggono reciprocamente, tutte le rotture di dialogo, tutto lodio E ora, risorgendo alla vita, porta con sé i prigionieri della morte, risolleva i caduti, apre orizzonti nuovi di senso ai tanti che continuano a credere sperando e amando.
Dal sepolcro vuoto del mattino di Pasqua giunge fino a noi, oggi, linvito a non temere perché «Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello» (Sequenza), e la Vita ha vinto, anzi ha trionfato, per sempre. È questo, sorelle, lannuncio che siamo chiamate a proclamare attraverso la personale e comunitaria esperienza di risurrezione.
Se siamo risorte con Cristo, dobbiamo raccontare agli altri che la vita è più forte della morte. E dobbiamo farlo impegnandoci a costruire comunità fraterne e profetiche: dove il noi prevale sullio; dove si rinuncia ad affermare se stesse; dove ci si esercita nel perdono vicendevole; dove continuamente si apre e riapre il dialogo della carità; dove si condivide la fede e la speranza; dove si vive la compassione, soprattutto verso gli ultimi, verso quanti patiscono violenze e ingiustizie; dove si impara a guardare anche ai dolori dellumanità come alle «doglie del parto» (Rm 8,22) che stanno generando un mondo più bello, più vero, più giusto.
Come non cogliere i fremiti della vita nuova nella fiera dignità e nella voglia di futuro del popolo giapponese sconvolto dal terremoto e dallincidente nucleare, nella testimonianza audace delle minoranze cristiane perseguitate, nella domanda di libertà e di democrazia dei popoli africani e mediorientali
?
La risurrezione entra in questo modo nellesperienza quotidiana e produce frutti abbondanti di vita per tutti.
Carissime, siamo appena rientrate dallIndia, paese affascinante, variegato nelle sue culture e tradizioni, vivace, giovane. Lesperienza di profonda comunione vissuta con le sorelle mi ha portato tante volte a rivolgere un pensiero grato al Signore per ogni Figlia di San Paolo, per il desiderio di bene, lappartenenza, la fedeltà. Sono certa che ci avete accompagnate con la preghiera. Vi ringrazio con tutto i cuore.
Colgo anche loccasione per ringraziare ciascuna della sollecitudine e della preghiera per le sorelle del Giappone e della Costa dAvorio, e per le offerte inviate in risposta al mio appello per la pubblicazione della Bibbia in malgascio.
Il Signore ci doni di essere donne di comunione e di speranza, donne che, nellesercizio dellapostolato, «suonano potente la tromba della risurrezione» (don Alberione) per dire a tutti: Sì, ne siamo certe: Cristo è veramente risorto! (cfr. Sequenza).
Buona Pasqua, nella novità del Cristo risorto! Con affetto,
superiora generale
Superiora Geral – Páscoa 2011
Pakistan Una Giornata di preghiera per Asia Bibi
Amore per Asia Bibi, una giornata di preghiera e digiuno per Asia Bibi: è questo lo slogan della giornata di preghiera che la Masihi Foundation dei cristiani pakistani ha proclamato per il 20 aprile 2011.
In questo giorno ogni cristiano nel mondo è invitato ad accendere una candela e a rivolgere una preghiera speciale per Asia Bibi, la donna pakistana condannata a morte per blasfemia e rinchiusa nel carcere di Sheikupura, in Punjab. Asia, informata dell’iniziativa, ha dichiarato: «Sono grata alla Fondazione Masihi per aver organizzato un simile evento, che mi dà una speranza per vivere.
Mi sento amata dalla Chiesa cattolica e da tutte le comunità cristiane del mondo. Sono orgogliosa di essere figlia di una comunità tanto amorevole e misericordiosa… . Vorrei mandare un messaggio di pace e di amore a tutto il mondo».
Anche il cattolico Paul Bhatti, consigliere speciale per le minoranze religiose del Pakistan e fratello di Shahbaz Bhatti, il ministro per le minoranze recentemente ucciso, ha aderito alla giornata assicurando il suo impegno a «lavorare con il governo e con le minoranze religiose per trovare una soluzione ed evitare che in futuro vi siano altre vittime innocenti della legge sulla blasfemia».
