Solennità della Madre di Dio 2018

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La dimora di Dio

Non è un caso che il giorno in cui ricordiamo Maria, Madre di Dio, sia anche la Giornata mondiale della pace. Infatti, la presenza dello Spirito, che riempie il cuore e il grembo di Maria, ci ricorda che solo se ci lasciamo abitare dal mistero celebrato nel Natale, il Dio-con-noi, avremo la pace.

L’uomo ha sempre cercato il luogo in cui abita Dio, una dimora in cui poter vivere in pace, un luogo che possa essere “casa” anche per chi è costretto a migrare in terre lontane. Pure i discepoli di Giovanni chiesero al Signore: «Rabbi, dove abiti?» (Gv 1.38).

Per secoli abbiamo cercato di costruire una casa per Dio, che ha invece scelto di farsi “carne” non per rimanere in un luogo ma per abitare in mezzo agli uomini, nella parte più profonda della nostra vita. Come profeticamente disse al Re David, così dice a ogni persona: «Io faro a te una casa», perché «se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori» (cfr. Sal 127). Ma ancora più dolcemente ci dice: «Io farò di te una casa», un tabernacolo vivente, che è Maria.

La profezia fatta al Re David vale anche per ciascuno di noi, chiamati a diventare casa di Dio. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23).

Il Signore è alla porta e bussa; e ogni accoglienza, sia dell’amico sia del forestiero, suscita paure, domande e dubbi, ma l’Amore ci chiede di poter dimorare in noi; attende, non si impone, aspetta il nostro consenso senza estorcerlo, accettando anche il rischio di vedersi opposto un rifiuto. La domanda che Dio ci pone – attraverso il nostro prossimo – è solo questa: «Ti dono la mia pace, mi fai entrare?».

Preghiera

Signore, che scegli di abitare con gli uomini;
Signore, che sei pronto ad accogliere tutti;
Signore, che costruisci nel tuo corpo una casa per noi…
per intercessione di Maria, Tabernacolo vivente,
aiutaci ad avere i tuoi stessi sentimenti
e avremo la Pace. Amen.

don Renato Tarantelli Baccaridiacono della diocesi di Roma

COREA
Scuola online di preghiera

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Attrazione è il nome della scuola online di preghiera che le Paoline della Corea hanno realizzato su Facebook per celebrare i 102 anni della fondazione delle Figlie di San Paolo.

Il programma di cinque settimane che introduce alla preghiera, comprende anche una candela, un rosario e diversi videoclip per scoprire ed esercitarsi nell’orazione quotidiana. Ascoltando e guardando i programmi su Internet, i partecipanti sperimentano una relazione spirituale, condividono domande e approfondiscono la loro vita di preghiera. Con questa scuola online le Paoline si propongono di aiutare le persone a mettersi in contatto orante con il Signore.

Nuovo portale vaticannews.va

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Il sistema è perfettamente in linea con l’ambiente digitale contemporaneo. Nel nuovo portale, colpisce la scelta dell’impostazione del menù – su una fascia di colore rosso – in maniera agile e funzionale, isolando solo quattro termini, quattro parole cardine: Papa, Vaticano, Chiesa, Mondo. Già in questo si coglie l’idea di percorso di Chiesa in uscita, dal Vaticano alle periferie, tenendo sempre al centro della narrazione la figura del Papa.

È attorno all’attività del Pontefice che ruotano anche i contenuti multimediali (testi, audio, video) offerti dal sito, dai comunicati stampa della sala stampa vaticana ai contributi audiovisivi del comparto radio o del centro di produzione audiovisivo (in particolare, l’Angelus). Dominante è la presenza delle immagini nel corpo del sito, che occupano un ruolo di primo piano. Spazio rilevante, poi, è riservato ai social, richiamando gli account del Papa su Twitter e Instagram.

• http://www.vaticannews.va

 

Natale del Signore 2017

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È arrivato il Natale, Dio si incarna e manifesta la sua Gloria, così ciò che è sempre stato inaccessibile finalmente si fa conoscere. Solo quando questa Gloria è proclamata nell’alto dei cieli ci può essere pace in terra, come cantano gli angeli alla grotta di Betlemme.

Quest’ultimo passo del nostro cammino ci parla proprio della pace, un frutto dello Spirito che matura a fatica, ma che fa la differenza tra una vita felice e una vita inquieta. In tempi in cui l’agitazione, la fretta e il consumo rapido di ogni cosa sono il modo in cui siamo abituati a vivere, la pace è il dono prezioso capace di salvare una famiglia in crisi, una comunità religiosa, una città, una nazione, il mondo intero.

La pace è l’antidoto a molte malattie spirituali e ci chiede di spostare l’attenzione da noi stessi agli altri. Per questo il Natale e la pace hanno un legame inscindibile: Dio sceglie di vestire i nostri panni e l’uomo, anche il più “lontano”, percepisce in questo la rivelazione della sua infinita bontà e misericordia verso di noi.

Proviamo a percorrere a ritroso la strada di questo Dio nascosto che sceglie di manifestarsi: passiamo dal desiderio di apparire e ricevere riconoscimenti a questa chiamata al nascondimento, alla scelta di rinunciare a far valere le proprie ragioni e di non reagire di fronte ad attacchi e offese.

È nel nascondimento che emerge la verità di noi stessi. Così come nella mangiatoia si rivela la verità di Dio, salvatore del mondo e datore di pace.

Preghiera

Signore, che nasci in mezzo alle battaglie
di chi vuole conquistare luoghi e pensieri.
Tu, che ti lasci scoprire in ogni persona vivente,
donaci il coraggio
di vestire i panni del nostro prossimo.
Donaci un cuore semplice
che nasconda il proprio vanto
per mostrare la tua Gloria e ricevere la pace.

Tendere al nascondimento perché si manifesti la Gloria di Dio.
don Renato Tarantelli Baccaridiacono della diocesi di Roma

Lettera di Natale 2017

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Carissime sorelle,

è Natale! Risuona il gioioso annuncio: «Oggi vi è nato il Cristo Signore» (Lc 2,11). Egli viene adagiato da Maria nella nuova grotta che è la nostra terra, la nostra storia, il nostro cuore. Egli viene come salvezza, come Emanuele, il Dio con noi. Siamo una grotta povera, vuota e spoglia, ma in essa rifulge la Splendida Luce, il Cristo Signore (cfr. 2Cor 4,6).

Maria e Giuseppe hanno percorso le strade del loro tempo, hanno sperimentato il dramma del rifiuto: «Non vi era posto per loro nell’albergo». Questo albergo che si chiude all’accoglienza è simbolo oggi delle nostre società, dove molte persone «non trovano posto» e sono ferite nella loro dignità; dove tanti fratelli e sorelle non sperimentano la luce e la consolazione di Gesù, non hanno un orizzonte di senso e di vita; dove anche noi possiamo non fare spazio e rinchiuderci in quelle abitudini che sembrano garantirci tranquillità e sicurezza (cfr. EG 49). Accogliamo l’invito a fare posto a Gesù per diventare quella povera mangiatoia che riceve, in totale gratuità, il Verbo del Padre e lo dona agli altri.

Nella povertà del Bambino di Betlemme è nascosta la ricchezza inesauribile di Dio: «Egli essendo e rimanendo ricco, si fece povero, per arricchirci attraverso la sua povertà» (2Cor 8,9). Il Natale è per noi richiamo alla povertà evangelica, all’umiltà e alla mitezza; è invito a risentire la nostra responsabilità storica e profetica per porre la vita, il tempo, le energie, i talenti a servizio del Vangelo (cfr. Cost. 12); per essere attente al grido dei poveri e solidali con loro (Cost. 45); per abbandonare la vita nelle mani del Padre ponendo in Lui ogni fiducia.

Auguri ai nostri collaboratori e Cooperatori, che sostengono con entusiasmo la missione in tutto il mondo. Auguri alle giovani in formazione e alle nostre comunità, specialmente a quelle che nel corso dell’anno 2017 sono state provate da calamità naturali, dalle guerre, da forti instabilità politiche. Auguri alle sorelle anziane e malate che, nella sofferenza, assicurano fecondità alla missione paolina.

L’augurio di don Alberione a Maestra Tecla, colmo di tenerezza, segni anche quest’anno il nostro Natale: «La Regina e Madre nostra oggi ci porge il Bambino Gesù, compiendo il suo apostolato. Lo deponga tra le tue braccia, lo metta nel cuore, non lasciarlo più; portalo ogni giorno con maggior amore» (LMT 71).

Con affetto.

  1. Anna Maria Parenzan
    superiora generale

Quarta domenica di Avvento 2017

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Farsi piccoli per accogliere la sua grandezza

Compiamo il prossimo passo del nostro cammino verso il Natale ed entriamo nel mistero della piccolezza, in questo paradosso secondo il quale solo ciò che è piccolo è capace di accogliere la grandezza di Dio. L’Eterno si fa piccolo: lui che non può essere contenuto dall’universo si incarna ed entra nella storia degli uomini con il corpo di un bambino.

Nulla è impossibile a Dio, ma tra tutte le scelte possibili ha voluto farsi bambino, affinché con la sua tenerezza potesse avvenire quella lenta trasformazione del cuore che può portare ogni essere umano a deporre le proprie vesti di grandezza.

Farsi piccoli è una delle più grandi espressioni dell’amore: ciò che è piccolo non spaventa, non prevarica, non si impone, ma trova uno spazio in ogni luogo e situazione. Da un piccolo seme cresce un albero e un grembo è fecondato. L’amore è nei dettagli, in quelle piccole cose che appaiono spesso inutili, ma che danno sapore a ogni relazione. Solo le cose piccole hanno la capacità di crescere e di far crescere, come il lievito nella farina.

Non siamo noi a salvare il mondo, eppure il Signore non agisce quasi mai senza la nostra offerta, senza il nostro lasciarci prendere e “sciogliere” – come il sale che dà sapore – nel mondo, pur così piccoli e deboli. Ed è proprio tra i piccoli e gli umili che Dio sceglie i suoi servi per portare a compimento il suo disegno di salvezza.

Sono le cose piccole che illuminano le grandi. Così anche noi, quando vogliamo far comprendere qualcosa di particolarmente complesso, siamo chiamati a semplificarci, dobbiamo farci piccoli per entrare nei luoghi misteriosi dell’intimità dell’anima.

Preghiera

Signore, che da Eterno sei entrato nel tempo:
Donaci la pace di sentirci come bimbi svezzati
tra le tue braccia sicure e accoglienti.
Donaci il coraggio di diminuire
per lasciarti crescere nella nostra vita.
Donaci la pazienza di aspettare
che i semi piantati portino i loro frutti.

don Renato Tarantelli Baccaridiacono della diocesi di Roma

MADAGASCAR
Diffusione del Pane della giustizia

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Don Alberione affermava: «Il pane della giustizia deve essere condiviso con ogni essere umano». Questo frase del Fondatore è stata concretizzata letteralmente dalle Figlie di San Paolo di Antananarivo diffondendo il Calendario Liturgico Paoline 2018. Le giovani in formazione si sono recate in otto parrocchie della città.

Con grande gioia e zelo apostolico hanno seminato a piene mani credendo fermamente che questo calendario liturgico, Pane della giustizia, aiuterà davvero i fedeli a seguire la liturgia della Chiesa, soprattutto nella lettura e approfondimento della Parola di Dio di ogni giorno. È stata inviata una comunicazione a tutte le altre parrocchie della città per far conoscere la proposta editoriale e informare che è possibile trovarla nelle librerie cattoliche.

Affidiamo al Maestro tutte le persone che hanno ricevuto questo strumento nella speranza che aumenti in loro l’amore alla Parola.

STATI UNITI
23° Anniversario del Concerto di Natale FSP

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Da 23 anni le Figlie di San Paolo degli Stati Uniti si impegnano nella realizzazione di una serie di grandi concerti di Natale. Durante il periodo di Avvento questo tour (tenuto quest’anno in 10 città diverse da Boston a Los Angeles) ha un posto speciale nelle attività paoline di evangelizzazione.

Le sorelle coriste si riuniscono dal mese di novembre per prepararsi a portare l’amore e la gioia di Gesù a tutta la gente attraverso la musica. Ogni concerto comprende canti di Natale tradizionali e alcuni dei più divertenti della cultura americana, ciascuno con una piccola introduzione vivace che offre al coro l’opportunità di proclamare l’amore di Dio che si fa dono nel suo figlio Gesù. Infatti, il tema del concerto di quest’anno è Love Among Us (L’Amore Tra Noi). Il pubblico, che accorre sempre più numeroso a questi spettacoli, appartiene a varie estrazioni sociali e religiosi.

Così testimonia sr Julia Mary: «La musica è dono di Dio, l’unica arte del cielo data al mondo; l’unica arte del mondo che portiamo in paradiso».

Il nostro augurio vivissimo a queste coraggiose Paoline.

 

Links:
• website: http://daughtersofstpaulchoir.org/
• facebook: https://www.facebook.com/DSPchoir/
• youtube: https://www.youtube.com/user/singingsisters

Terza domenica di Avvento 2017

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Lasciar trasparire il suo mistero

Siamo giunti alla metà del nostro cammino verso il Natale ed entriamo nel giorno in cui la gioia è la prospettiva da cui osservare ogni avvenimento. Ma se dalla gioia non traspare la speranza, essa diventa una sterile follia. «Rallegratevi!»: questa esortazione è una parte importante del “contenuto” del lieto annuncio di oggi, poiché non si può manifestare la vera gioia senza lasciar trasparire la bellezza di Dio. Il movimento divino ha la caratteristica di partire da una relazione interna alla Trinità per poi aprirsi all’incontro con l’uomo, così ciò che sarebbe umanamente incomprensibile si lascia conoscere, almeno in parte.

In questo movimento che va verso la trasparenza troviamo il rimedio a tre atteggiamenti di cui liberarci: l’opacità, il riflesso e la tristezza.

L’opacità non lascia filtrare la luce attraverso parole e sguardi, trasmettendo tristezza e sfiducia invece di gioia e coraggio. L’opacità si oppone alla luce, è come una vetrata sporca che non permette di vedere né l’interno né l’esterno. L’opacità neutralizza la luce e la speranza; la trasparenza, invece, non trattiene ma rinvia al Signore.

Il riflesso si attiva quando ci illudiamo di essere i soli a possedere la verità e ci facciamo “specchio” per chiunque si ponga sul nostro cammino, come fossimo noi – e non Dio – a rivelare l’uomo all’uomo. Il riflesso conferma la falsa immagine che l’altro ha di sé, vittima di uno sguardo senza misericordia La trasparenza, invece, proietta a Dio, all’eternità.

La tristezza, infine, è una vera malattia dello Spirito, perché ha la sua radice nella disperazione, è una mancanza di speranza. Il cristiano sa che anche nelle prove più difficili della vita la speranza è quella virtù in grado di trasformare ogni dolore in gioia, poiché permette di intravedere il senso di ogni cosa, senza illudersi di una facile tranquillità ma lasciando trasparire il mistero di Dio e della sua provvidenza.

Preghiera

Signore, che ti lasci trovare da chi ti cerca
e ti lasci conoscere da ogni essere umano,
che rimuovi ogni ostacolo per farti incontrare,
donaci l’umiltà di lasciar trasparire il tuo Amore.

don Renato Tarantelli Baccaridiacono della diocesi di Roma

L’Agenzia Fides da 90 anni a servizio della missione

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Fondata nel 1927, l’Agenzia Fides da 90 anni è al servizio della missione attraverso l’informazione. Nata nel 1927 come Agenzia missionaria della Chiesa, è tra le prime agenzie di stampa nel mondo. Venne fondata dalla Sacra Congregazione “de Propaganda Fide” che desiderava far conoscere la vita delle missioni attraverso la stampa, favorire l’animazione missionaria, suscitare la cooperazione all’opera missionaria della Chiesa cattolica mediante la promozione vocazionale e gli aiuti spirituali e materiali.

Adeguandosi ai cambiamenti del mondo della comunicazione, fedele alla sua missione originaria, in diverse lingue continua a raccontare il cammino della Chiesa nel mondo, dando notizia di popoli, situazioni e comunità spesso ignorate dai circuiti mediatici internazionali.

L’attualità di tale compito, in un contesto dove si manifesta più marcatamente la multiculturalità e la multireligiosità, dove il mondo dell’informazione è profondamente mutato e spesso soggetto ad interessi particolari, l’Agenzia Fides raccoglie la sfida e continua a raccontare speranze, problemi, attese del mondo, a dare notizia di situazioni e scenari ignorati dal circuito mediatico internazionale senza ricercare affannosamente lo scoop, ad essere voce di paesi e Chiese trascurate dai network, a saper cogliere gli orizzonti della missione ad Gentes e i nuovi areopaghi in cui far risuonare il Vangelo di Cristo.