Natale del Signore 2021

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Incarnare Dio nel mondo

Luca 2,1-14

Il Natale è fare memoria del nostro compito esistenziale più alto, che definisce il senso del vivere: incarnare il bene divenendo più umani.
Sì, incarnare il bene, o se vogliamo dare carne a Dio, dato che Dio è il bene sommo, l’Amore.
Siamo tutti ‘incinti’ di Dio: dobbiamo partorirlo nel mondo.
Ogni gesto di bene, ogni frammento di luce gettato nella tenebra, ogni segno di cura che dona dignità all’essere umano, ogni parola che edifica, ogni abbraccio che scalda e rimette in piedi, contribuirà ad incarnare Dio nel mondo, dissipando la caligine di buio che avvolge tutta la terra.
La fatica, il dolore, il pianto accompagneranno sempre questa nostra rinascita, questa nostra fatica ascensionale.
Nelle icone antiche, l’immagine della natività rappresentava il Gesù bambino – avvolto in fasce funerarie – deposto in un luogo oscuro, una grotta tenebrosa. «Gesù nasce uomo a Betlemme e muore Dio in croce» (d. Michele Do).
Gesù, e ciascun uomo, nasce seme e solo perché deposto nel terreno della storia dove conosce il lungo lavorio dell’amore, il proprio venerdì santo, sboccerà in tutta la sua bellezza.

Che il Natale sia esperienza dell’acqua che fa fecondare,
del fuoco che accende le potenze assopite,
dell’aria che torna a far respirare
e della terra che fa germogliare vita nuova.

Buona nascita a tutti dunque.
Buon Natale di risurrezione!

Tratto dalle Omelie di don Paolo Scquizzato

 


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