Superiora Generale – Quaresima 2010

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Quaresima 2010
Carissime Sorelle e Giovani in formazione,
nell’imminenza della Santa Quaresima vi raggiungo dalla grande Africa, dove, insieme a sr Anna Maria Parenzan e a sr Anna Caiazza, stiamo realizzando la visita fraterna nelle nostre comunità della delegazione dell’Africa orientale.
Ci prepariamo a vivere, con tutto il popolo di Dio, la Quaresima, un tempo liturgico privilegiato, che, come ha affermato Papa Benedetto XVI, «ci provoca a imprimere un più deciso impulso alla nostra esistenza cristiana. Poiché gli impegni, gli affanni e le preoccupazioni ci fanno ricadere nell’abitudine, ci espongono al rischio di dimenticare quanto straordinaria sia l’avventura nella quale Gesù ci ha coinvolti, abbiamo bisogno, ogni giorno, di iniziare nuovamente il nostro esigente itinerario di vita evangelica, rientrando in noi stessi mediante pause ristoratrici dello spirito».
La grande Quaresima è, quindi, occasione propizia per ripercorrere spiritualmente la “parabola” della vita cristiana, in cui si rinnova, nel fluire del tempo, il mistero di Cristo Maestro, morto e risorto per la salvezza dell’umanità.

Quaresima, tempo per ritornare a Dio
All’inizio dell’itinerario quaresimale il rito dell’imposizione delle ceneri, con i gesti semplici ma profondi che l’accompagnano, ci offre l’occasione per ricordare la fragilità legata alla nostra natura di creature: «Ricordati che sei polvere e polvere diventerai». Quest’anno tali parole, che la Chiesa rivolge ad ogni cristiano, ci richiamano alla mente anche le immagini, trasmesse dai media di tutto il mondo, sulla drammatica realtà del devastante terremoto che ha scosso Haiti. Nuvole polverose si sono sollevate dalle macerie e il cielo stesso si è trasformato in una grande nuvola di polvere, lasciando sulla terra il suo carico di distruzione e di morte per migliaia di persone.
Anche questo tragico evento, che ha manifestato non solo la precarietà della vita, ma anche la piena solidarietà verso il prossimo che soffre, ci restituisce le vere coordinate spirituali a cui ricondurre l’esistenza terrena: il primato di Dio nella nostra vita che, per mezzo della adesione alla fede nel Messia umile e sofferente, getta una luce di speranza sulla cronaca dei nostri giorni.
L’invito Quaresimale a intraprendere un cammino di conversione e di rinnovamento interiore, sorretto dalla fede, ci sollecita a individuare le vie personali e comunitarie del ritorno verso Dio, Colui che è il principio e il culmine del nostro pellegrinaggio terreno.
Con grande intensità e profondità, Don Alberione ha condensato in poche righe quello che è il senso dell’esistenza umana: «Uscito dalle mani di Dio per glorificarlo nell’eternità, l’uomo deve fare un viaggio di prova che si chiama vita. Il Padre stesso ha mandato il Figlio suo, Maestro, a indicare, percorrere, farsi veicolo dell’uomo; onde l’uomo sarà alla fine giudicato se conforme a tal Figlio si è fatto: nella mente, nella volontà, nella vita» (Donec Formetur 35).
Il viaggio di prova, metafora della vita umana, incarna l’esperienza del quotidiano in cui, nella molteplicità delle presenze e degli incontri, si rivela, si fa vicino o si nasconde il Volto di Dio, un volto sofferente e, nello stesso tempo, il volto del Risorto (cf Ripartire da Cristo 23).
Nel tempo di Quaresima, in particolare, compiamo un viaggio interiore che chiamiamo conversione per indicare l’incessante cammino di purificazione, segnato dalla logica evangelica della Istituto della Pia Società Figlie di S. Paolo, Casa generalizia – Via S. Giovanni Eudes 25, 00163 Roma, Tel. 06.661.30.39
croce, che abbraccia ogni esistenza, ma che è anche illuminato da un futuro di resurrezione. Sotto la guida dello Spirito, giorno dopo giorno, possiamo crescere, cambiare perché non è mai troppo tardi impegnarsi per divenire persone cristiformi, prolungamento nella storia di una speciale presenza del Signore risorto (cf Vita Consecrata 19), come san Paolo, afferrato dall’amore di Cristo (Fil 3,12) diviene strumento per la salvezza di molti.
Per vivere il cammino di continua conversione, come ha ricordato il Cardinale Carlo M. Martini, è indispensabile confrontare con le esigenze del primato di Dio tutto ciò che si è e si fa perché solo il Signore è la misura del vero, del giusto del bene. Occorre tornare alla verità di noi stessi, rinunciando a farci misura di tutto, per riconoscere che Lui soltanto è la misura che non passa, l’ancora che dà fondamento, la ragione ultima per vivere, amare, morire.
La vita del Primo Maestro, «”toccata” dalla mano di Cristo, raggiunta dalla sua voce, sorretta dalla sua grazia» (Vita Consecrata 40), testimonia il primato di Dio e attesta la sua priorità su ogni cosa. Nel suo slancio apostolico trova la manifestazione il «Vivere di Dio! E dare Dio!»(Ut perfectus sit homo Dei, IV, pp. 278). Tutto è permeato dalla luce interiore che aveva illuminato il giovane Alberione nella “notte che divideva i secoli” e diviene un fuoco divorante che accende il suo cuore di passione per Dio e per l’umanità. «Non è possibile che un’anima piena di amor di Dio, scriveva il Beato Alberione, possa tenere tutto in se stessa. Quando la conca è piena e continua a ricevere altra acqua, necessariamente si riversa e si riversa tanto più abbondantemente quanto più acqua riceve» (Vademecum n. 953).
Lungo il pellegrinaggio quaresimale, che compiamo insieme al Maestro, anche noi riaffermiamo il nostro impegno di rinnovamento e di adesione al Dio vivo e vero, alla luce della Parola di Dio, per offrire una qualità di vita comunitaria e apostolica che sarà tanto più efficace quanto più è coerente con i valori dell’amore, della verità e della giustizia.
Allora saremo veramente luce che illumina il mondo e, come ci ricordava di recente p. Bartolomeo Sorge sj, «non importa se siete poche, perché mille candele spente non accenderanno mai una candela spenta, ma una sola candela accesa può accenderne mille!».
Ravviviamo, dunque, la speranza perché la Quaresima ci apre alla gioia intensa della Risurrezione in cui Dio, il Vivente, è sempre con noi.
Carissime, spesso il nostro pensiero e la nostra preghiera corrono alla popolazione di Haiti, e vi ringrazio per la intensa partecipazione con la preghiera, in particolare il 5 febbraio, nella ricorrenza della nascita al cielo di Maestra Tecla.
Durante la Quaresima, oltre che continuare la preghiera, vi invito a compiere un gesto di sostegno e di solidarietà, a favore dei superstiti del terremoto, offrendo un contributo economico da inviare all’economato generale o attraverso le organizzazioni locali.
Vi auguro di vivere un fecondo cammino quaresimale e vi chiedo un ricordo nella preghiera per la visita fraterna in corso nel Continente della speranza.
Con molto affetto.
sr. M. Antonieta Bruscato
superiora generale

Italy
Ricordiamo con riconoscenza il canonico Fiorino Triverio

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E’ tornato alla casa del Padre il canonico Fiorino Triverio della Diocesi di Alba. Aveva conosciuto e stimato don Alberione.

Il canonico Triverio con paterna cordialità ha sempre accolto al Seminario Diocesano di Alba i vari gruppi di pellegrine e pellegrini della Famiglia Paolina.

La sua testimonianza e la sua gioia nel fare conoscere i luoghi dove don Alberione aveva vissuto da seminarista e da padre spirituale facevano riandare indietro nel tempo e assaporare i valori che hanno fondato la nostra spiritualità apostolica.

Lo ricordiamo con riconoscenza.

Italy
5 febbraio 2010 – Una giornata di preghiera per Haiti ricordando Maestra Tecla

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Suor M. Antonieta Bruscato, superiora generale fsp, scrive a tutte le Figlie di San Paolo del mondo chiedendo di pregare per Haiti nell’anniversario della morte della Ven. Tecla Merlo.
 
“Più volte, in questi giorni, Benedetto XVI ha invitato a “pregare” per il popolo haitiano, oltre che “aiutare”. Per questo, vi invito a dedicare la giornata del 5 febbraio a un’intensa preghiera “IN COMPAGNIA DI MAESTRA TECLA”. […].
 
Penso che il modo migliore di ricordare Maestra Tecla sia quello di pregare con lei per i morti di Haiti, per i sopravvissuti, per tutta la gente di buona volontà che si impegnerà per la ricostruzione e la rinascita del Paese.
 
Questa preghiera potrà essere fatta non solo personalmente e comunitariamente, ma anche coinvolgendo i nostri collaboratori laici e le persone che entreranno, il 5 febbraio, nei nostri centri di apostolato. […]. Noi sappiamo che la sua intercessione è potente!”
 

Peru
Alle Figlie di San Paolo il premio della Conferenza Episcopale Peruviana

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In occasione dei 50 anni di presenza delle Figlie di San Paolo in Perù, la Conferenza Episcopale Peruviana ha riconosciuto, con il premio “Medalla de Santo Toribio de Mogrovejo”, il prezioso servizio pastorale svolto in questa terra da tante suore che nel corso degli anni hanno incarnato generosamente il Carisma paolino.
 
Il premio “Medalla de Santo Toribio de Mogrovejo”, istituito dalla Conferenza Episcopale Peruviana nel gennaio 2002, premia quelle persone o istituzioni che si sono distinte nel servizio alla Chiesa e ai fratelli.
 

Italy
“Corro verso la mèta”

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Il periodo di preparazione ai voti perpetui vede riuniti tre gruppi di juniores in altrettanti Paesi del mondo: Brasile, Corea, e a Roma il gruppo internazionale. Anche se il cammino in questi anni è stato diverso per ognuna, la mèta è comune a tutte: consacrarsi per tutta la vita al Signore tra le Figlie di San Paolo.
Auguri quindi e coraggio! “Il Signore ci dà immensamente di più di quello che noi diamo a lui” (Ven. Tecla Merlo).

    Informazione 2

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    Roma, 23 gennaio 2010
    Carissime sorelle,

    eccoci giunte alla fine dell’Incontro. È stato come un viaggio in Europa, dove abbiamo conosciuto, attraverso gli occhi e le parole di ogni sorella, un pezzo prezioso del vecchio continente. Non esattamente un giro turistico ma un giro culturale e pastorale, incontrando anche panoramiche dalle tinte fosche e minacce di temporali. Questo viaggio è stato l’inizio del nostro discernimento. Si sono delineati subito cammini sorprendentemente comuni che danno inedito spessore alla nostra vita: il rinnovamento nella vita spirituale, forme nuove di annuncio, comunicazione, multiculturalità, studio, condivisione del carisma con i laici, pastorale vocazionale, mentalità più aperta all’Europa, sinergia tra le Figlie di San Paolo nel continente…

    Come incamminarci per realizzare la “nostra” Europa unita? Pensando e operando insieme, senza escludere ridisegnazioni di qualche confine geografico, per agire in maggiore comunione e collaborazione. Abbiamo percorso le varie ipotesi come in punta di piedi… parlando di itinerari comuni per l’ambito formativo, delle comunità, della missione, dell’assistenza, di una collaborazione reciproca più stabile. Abbiamo anche vagliato la possibilità di alcuni cambiamenti nei confini delle nostre circoscrizioni. E individuato criteri per il cammino di ridisegnazione in Europa: la rapidità nel decidere, una sapiente gradualità nell’attuazione, il coinvolgimento di tutte le sorelle, la libertà interiore e il coraggio della fede.

    È nato quindi il Progetto europeo, con la partecipazione di tutte, frutto di una ricerca paziente e caparbia. La conduzione metodologica di sr. Battistina Capalbo ha canalizzato le ricerche e le discussioni, orientandole al loro obiettivo finale, senza che si perdesse un rivolo del sentire dell’Assemblea.

    A questo punto c’è in noi la viva coscienza che stiamo vivendo un tempo speciale di “chiamate storiche” che fanno appello alla nostra responsabilità vocazionale e che ci danno la giusta spinta per non lasciarci intimidire dalla sfida della nostra povertà.

    Nell’attuale contesto europeo e di Canada/Quebec, multiculturale, multireligioso e disorientato nella fede e nei valori, ci sentiamo chiamate a dare una efficace testimonianza di fede nella comunicazione del Vangelo, a operare in fiducia e unità e collaborazione tra noi. Il Progetto dà priorità a:

    −        Collaborazione continentale: con una comunicazione organizzata, incontri per temi o iniziative, verificabili all’Intercapitolo (nella pastorale vocazionale, formazione, nell’apostolato-economia, governo); condividendo, come un “unico corpo”, risorse e talenti. Sperimenteremo la forza della comunione, esprimeremo testimonianza, profezia, annuncio.
    −        Nuovi confini geografici, da studiare per l’Europa Centro-Est, e l’avvio concreto di percorsi comuni tra alcune circoscrizioni in vista di un’eventuale nuova configurazione giuridica.
    −        Studio e approfondimento su: nuove forme di apostolato, uso del digitale; economia e amministrazione, assistenza alle sorelle anziane e ammalate.

    Nella sua conclusione, sr. M. Antonieta ha richiamato l’immagine dei discepoli di Emmaus che, nel loro smarrimento dopo la passione, chiedono a Gesù di rimanere con loro. È la richiesta che anche noi gli facciamo, ed egli ci rassicura: «Non temete: io sono con voi!». Con Gesù non c’è più notte, né stanchezza, né delusione. La sua presenza e la sua Parola possono ridisegnare il nostro cammino. Nella storia di tutti i tempi ascoltatori docili e fedeli della Parola sono diventati con la loro testimonianza “lettere viventi” di Dio, narrando con la loro vita l’amore del Signore. La Parola di Dio, letta, meditata, condivisa, vissuta, attuata, ci trasformerà gradualmente facendoci diventare donne “dalla voce profetica”, come ci voleva il nostro Fondatore e Maestra Tecla.

    L’Incontro continentale è stato come una scuola: ora la sfida riposa molto sulla nostra responsabilità. Dobbiamo avere la pazienza dei “piccoli passi”, perché le proposte divengano operative, diano il gusto di osare, facciano sentire la positività del cammino e alimentino la speranza.

    Guardando il passato, vediamo che Dio ci ha sempre accompagnato. E perché allora avere paura del futuro? Stiamo remando tutte nella stessa direzione, ed è il vento dello Spirito che soffia sulle vele. L’Istituto è al largo… va “oltre” nella fede, tenta di spingersi anche là dove non appoggia i piedi sulla terraferma. La povertà è un grande dono. Noi, Figlie di San Paolo sappiamo per esperienza che quanto più siamo povere, tanto più il Signore ci porta.

    Anche se il Progetto che ora assumiamo è esigente, abbiamo la certezza che ci darà nuove ali e che nutrirà la vita delle nostre comunità. La strategia fondamentale nel nostro cammino di ridisegnazione sarà il coinvolgimento di tutte le sorelle, perché Dio agisce nel corpo, in tutto il corpo della Congregazione.

    Un grazie sentito a tutte voi, care sorelle, che avete vissuto con noi, nella preghiera, queste giornate paoline. Grazie alle sorelle claustrali di più di 300 monasteri che hanno pregato per noi.

    Un caro saluto!

    sr. M. Letizia Panzetti – sr. Vanda Salvador

     


    India
    Una presenza dal volto nuovo

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    Nel processo di Ridisegnazione delle presenze delle Figlie di San Paolo nel mondo, la Provincia indiana ha riflettuto sulle problematiche presenti nel Paese a livello politico, sociale e religioso. Questa “conoscenza rinnovata” ha favorito una visione e un atteggiamento “nuovo”, un cambio di mentalità nella missione da svolgere.
     
    A dare slancio e sostegno al Governo provinciale e a tutte le superiore di comunità, è stata la partecipazione al seminario di Padre Varghese Alengaden, fondatore dell’USM (Universal Solidarity Movement), un movimento per la costruzione di una nazione e di un nuovo modo di vivere la vita religiosa in India.
     
    Il contesto multi-religioso dell’India, mette in evidenza sempre più il crescere del fondamentalismo religioso. I cristiani sono spesso vittime di persecuzioni e violenze. Anche l’impegno delle Paoline tante volte viene volutamente discriminato. Sulla base del progetto di Provincia è stato pertanto elaborare un ’piano d’azione’ per favorire uno slancio apostolico rinnovato e una presenza paolina dal volto nuovo.