Africa: chiave dello sviluppo è il commercio tra i Paesi del continente

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È la crescita del commercio tra i Paesi del continente la chiave per lo sviluppo dell’Africa: il messaggio arriva da un incontro di economisti e banchieri che si è svolto a Nairobi, la capitale del Kenya. Secondo le stime dell’Unione Africana – riferisce l’agenzia Misna – il commercio tra i Paesi del continente vale tra il 10 e il 13% del volume complessivo delle transazioni. Il dato corrispettivo è del 65% in Europa e del 50% in Asia.

Denys Denya, vice-presidente della Banca Africana per le importazioni e le esportazioni, ha detto a Nairobi che «Lo sviluppo del commercio è l’unica soluzione per uno sviluppo sostenibile». La Banca Africana per le importazioni e le esportazioni è presente in 35 dei 54 Paesi del continente. Il suo obiettivo è favorire una crescita commerciale che vada a beneficio dei popoli africani.

In Cina oltre ventiduemila battesimi il giorno di Pasqua

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L’Agenzia Fides rende noto che nella domenica di Pasqua sono stati battezzati in Cina 22.104 persone. La cifra emerge dalle statistiche elaborate dallo Study Center of Faith della provincia cinese di He Bei. I battezzati il giorno di Pasqua appartengono a 101 diocesi e il 75% sono adulti. Nella stima di questi risultati occorre tener presente che in alcune diocesi non si celebrano tutti i battesimi durante la Pasqua.

Sr. Li Guo Shuang dello Study Center ha precisato che «ci sono diocesi e comunità che non hanno potuto dare i propri dati a causa delle difficoltà di comunicazione, le cifre non sono complete e possono aumentare». Nelle testimonianza di un catechista della diocesi di Ba Meng della Mongolia Interna, troviamo la chiave di lettura a questi dati: «L’evangelizzazione non è una cosa impossibile, ma richiede convinzione, una buona preparazione e la formazione nella fede».

ROMANIA
Settimana delle comunicazioni sociali

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In preparazione alla 46a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, le Figlie di San Paolo di Bucarest hanno visitato diverse scuole della regione Moldova (nord-est della Romania) con un programma di animazioni per bambini, adolescenti e giovani.

Guidati dal messaggio di Benedetto XVI, con programmi adeguati per le diverse fasce di età, si e riflettuto sulla qualità della comunicazione online e offline e sul valore del silenzio nel processo di comunicazione con se stessi, con gli altri e con Dio. I ragazzi hanno risposto con interesse al tema presentato rafforzando così la consapevolezza di continuare nell’educazione all’uso dei media e alla qualità della vita umana e cristiana nel mondo digitale. Una seconda iniziativa, dal tema Silenzio e parola nella nostra vita,si è svolta a Bucarest nella Libreria Pauline. In questa occasione è stato presentato il libro Dalle parole al dialogo, di G. Colombero, delle  Edizioni Pauline.

L’incontro ha risvegliato l’interesse dei partecipanti, creando un clima familiare di riflessione e condivisione.

Le donne arabe chiedono che la Primavera dia spazio anche ai loro diritti

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Concentrarsi sulle Costituzioni dei Paesi arabi, mettere le richieste per i diritti delle donne nelle Costituzioni e avere donne nei comitati costituzionali. Sono le prime richieste che avanzano le attiviste per i diritti delle donne nei Paesi arabi, quali sono emerse da un incontro di due giorni che si è concluso a Beirut il 17 maggio 2012.

Più di 50 partecipanti da Egitto, Tunisia, Yemen, Iraq, Sudan, Marocco, Giordania, Libia, Palestina e Libano si sono interrogate su come condividere strategie di utilizzo dei social media, come creare reti tra le organizzazioni femminili per discutere i settori sui quali gli attivisti dovrebbero porre la loro attenzione, a partire dalle Costituzioni, la sensibilizzazione di base e i sistemi educativi.

Per molte partecipanti la cosa più interessante è stata la possibilità di scambiare esperienze e imparare da altre donne come affrontare i problemi che si vivono in contesti differenti.

PAKISTAN
Silenzio e Parola: un cammino di evangelizzazione

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Le Paoline del Pakistan hanno valorizzato con creatività e zelo apostolico il messaggio di Benedetto XVI per la 46a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali organizzando, nella sede della casa di formazione francescana in Dar-ul-Naim, due laboratori multimediali per un discorso formativo più attuale e integrato all’interno della stessa vita consacrata.

All’attività dei workshops hanno partecipato molte persone consacrate soprattutto della famiglia francescana. E’ stata sottolineata l’importanza di un corretto equilibrio tra silenzio e parola, due momenti della comunicazione che devono equilibrarsi, succedersi e integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza tra le persone. Inoltre le Paoline della terra pakistana, proprio alla luce del magistero pontificio sulla comunicazione, hanno la gioia di lanciare nell’immenso mare della rete una presenza umile e significativa dove silenzio e parola si armonizzano in nuovi percorsi di evangelizzazione.

Social Network

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Social network: o lo ami o lo detesti, difficile una via di mezzo. Se poi si chiede in giro cosa siano, difficilmente se ne viene a capo.

La risposta più gettonata è: Facebook. Sì, ma cos’è Facebook? “È un sito dove ti iscrivi e puoi scambiare parole, foto, link e pensieri con i tuoi amici”. E, in effetti, un social network è proprio questo: un luogo virtuale dove potersi mettere in bella vista, creare e/o mantenere relazioni con un determinato gruppo di persone.

La traduzione letterale di social network è rete sociale, un gruppo unito da affinità sociali, territoriali, interessi, hobby, ecc. Facebook, letteralmente libro delle facce, fu creato da Mark Zuckerberg all’università di Harvard per mettere in contatto i vari studenti (4 febbraio 2004), ma ben presto fecero richiesta di iscrizione anche da altre università per poi aprirsi al mondo intero l’11 novembre del 2006.

Il fenomeno dei social network, sviluppato grazie all’avanzare del processo di informatizzazione e al digital divide in decrescita, ha avuto in incremento esponenziale grazie a due elementi molto importanti per l’essere umano.

  1. Il bisogno di relazione. La globalizzazione e la vita in grandi città sono spersonalizzanti. I social network aiutano a rimanere in contatto in modo veloce e a costo pari a zero, con il proprio gruppo sociale e con la possibilità di ampliarlo in base ai propri interessi, desideri e attitudini.
  2. La necessità di manifestare il proprio io. Sempre a causa della globalizzazione, le persone rischiano di perdersi e di identificandosi non più con se stessi, ma con la massa. I social network, oltre a favorire la creazione di gruppi per interesse, sono anche una sorta di vetrina dove è possibile mettere in bella mostra la propria identità, reale o ricostruita, dando la possibilità di “esistere” ed emergere rispetto alla massa. È qui che la forza delle immagini prende il sopravvento su quella dei contenuti, attraendo il “visitatore”, come le sirene di Ulisse, con la forza della “figurazione”.

Marck Zuckerberg, basandosi sull’idea di Frigyes Karinthy (1929) dell’esistenza di un massimo di sei gradi di separazione tra un soggetto e l’altro, ha l’ambizioso progetto di creare un servizio in grado di mappare tutti i rapporti esistenti tra le persone.

Pensando a quanto fatto da san Paolo, spinto dall’azione dello Spirito, dobbiamo non farci scappare questa grandissima possibilità. L’Apostolo dei gentili, instancabile evangelizzatore, è andato in posti a lui sconosciuti, ha intessuto relazioni, mantenuto legami attraverso lettere e inviando persone a lui care alle comunità da lui fondate. Se pensiamo alle community presenti nel web, la possibilità di contatto via email, chat, videochat e telefonate, e-conference, ci rendiamo ben presto conto che abbiamo a disposizione strumenti assai più veloci ed efficaci per diventare i nuovi evangelizzatori mettendoci nel nuovo Cortile dei gentili. Paolo VI (Evangelii nuntiandi, 45), riferendosi ai mezzi di comunicazione sociale, ci ricorda che la Chiesa «si sentirebbe colpevole di fronte al suo Signore se non adoperasse questi potenti mezzi». Se un’esortazione così forte e viva viene fatta nel 1975, non possiamo eluderla oggi, costantemente incitati dal Papa a vivere i media come luogo di evangelizzazione.

Oggi, a trentasei anni di distanza, Benedetto XVI nel messaggio per la 45° Giornata mondiale per le comunicazioni sociali dice che «sta nascendo un nuovo modo di apprendere e di pensare, con inedite opportunità di stabilire relazioni e di costruire comunione», ovvero adoperarci per l’evangelizzazione. In questo i social network sono certamente un grande aiuto.

Se san Paolo fosse vissuto ai nostri giorni non si sarebbe fatto scappare l’opportunità dei new media, utilizzando non solo le tradizionali lettere, ma anche le email, Youtube e i social network. Certo, non come unico mezzo per comunicare, ma integrandoli al contatto umano e come prosecuzione di esso.

In questo modo, vivono la stragrande maggioranza dei fruitori di Facebook: una situazione di continuità tra la relazione faccia a faccia (la quale vive del calore, dello sguardo, della “pacca” sulla spalla) e la relazione online (limitata dall’assenza – ma soltanto del corpo dell’interlocutore – e vissuta come il prolungamento di una relazione già avviata). Il reale e il virtuale non sono dunque in contrapposizione, ma sono l’uno in aiuto dell’altro. Quest’ultima considerazione sfata il mito di un’evangelizzazione fatta esclusivamente “dalla poltrona di casa”.

Ultimo elemento portante è la gestione delle relazioni. Su Facebook è facile aggiungere “amici” al proprio profilo, e il sistema permette di averne fino a un massimo di 5000. Ma la questione è un’altra.

L’evangelizzazione ha necessariamente bisogno di relazioni, e abitualmente riusciamo a gestirne non più di venti in modo attento e fruttuoso. Questo significa che, se è vero che possiamo entrare in contatto in modo più veloce con i nostri “amici”, è pur vero che non è possibile gestirli tutti, almeno non allo stesso modo.

Tutte queste considerazioni non vogliono demonizzare i new media, anzi, servono per collocarli al giusto posto e tranquillizzare chi pensa che essi possano sostituirsi alla persona. Il Signore della vita ha scelto l’uomo per incarnarsi; un Uomo che ha camminato sulla terra, che è entrato in contatto con uomini e donne di ogni età, che ha intessuto relazioni di diverso tipo e di diversa valenza con molte persone, che ha deciso di inviare uomini a evangelizzare. È la persona che annuncia, con l’ausilio dei potenti mezzi della comunicazione, con la forza della testimonianza della propria vita, ma soprattutto facendo vedere che, dietro la propria vita, c’è l’amore grande del Signore risorto.


SPAGNA
Fiera del libro a Valencia

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Le Paoline, insieme ai collaboratori laici, per dieci giorni hanno prestato con entusiasmo il loro servizio apostolico e professionale alla Fiera del Libro di Valencia. Quello della Liberia Paulinas è stato l’unico stand che tra le varie offerte culturali ha dato la possibilità di poter incontrare anche la proposta formativa del libro religioso.

Occasione favorevole per il lancio del libro “La Gota” (La Goccia) dell’autrice Paz Matud che insieme con altri due autori di Valencia hanno lasciato il loro autografo e qualche momento del loro tempo a coloro che lo desideravano. Dal punto di vista culturale e della comunicazione l’evento fiera si è rivelato particolarmente ricco e importante.

ITALIA
Festival Biblico 2012

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Il Festival Biblico, promosso dalla diocesi di Vicenza e dalla Società San Paolo dal 18 al 27 maggio 2012, è giunto alla sua VIII edizione. Tema dell’edizione 2012: Perché avete paura? (Mc 4,40). La speranza dalle Scritture, individua un superamento della paura, o delle molte paure dell’oggi, nella speranza attinta dalle Scritture.

Incontri, riflessioni, confronti, lectio magistrali accompagnati da momenti assolutamente leggeri: mostre e laboratori per bambini, iniziative per le famiglie, degustazioni, spettacoli, tanta musica, in un Festival che sa offrire qualche cosa di interessante a chiunque, credente o non credente. Sia a chi, munito di una forte preparazione, vuole approfondire temi religiosi, culturali, sociologici, sia a chi sceglie questa manifestazione per confrontarsi, in libertà, con gli altri sul come interpretare meglio l’oggi e il senso dell’esistere, sia a chi si avvicina alla conoscenza della Bibbia con l’anima di un fanciullo. Un Festival fatto tanto per chi ama discettare dottamente, quanto per chi cerca innanzitutto il piacere di uno stare lievemente insieme; tutto intorno a quel possente fulcro che è la Bibbia.

«La Bibbia è capace di aprire l’intelligenza e riscaldare il cuore delle persone, come è successo con i discepoli di Emmaus ritratti nell’immagine del Festival. Mi auguro che con questa manifestazione chi cerca Dio non abbia paura di trovarlo». L’auspicio del vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol.

Maggiori informazioni al sito:  

Africa day

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Africa day si celebra ogni anno il 25 maggio. Una celebrazione della cultura e dell’unità africana, istituita il 25 maggio 1963, in ricordo dell’Organizzazione dell’Unità africana (OUA), oggi riconosciuta come l’Unione africana (UA).

L’Unione africana, che conta 54 Stati, affronta problemi come la povertà, le catastrofi naturali, le condizioni meteorologiche estreme e le guerre. La commemorazione in tutto il mondo dell’Africa Day manifesta il rispetto e il riconoscimento verso gli stati africani che meritano indipendenza, diritti e benessere.