INDIA
Musica e danza strumenti di educazione

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Il settore musicale delle Paoline, in collaborazione con un team di esperti, ha organizzato due sessioni formative sull’uso della musica e della danza nell’educazione scolastica.

I partecipanti, riconoscendo la validità della proposta, hanno espresso il desiderio di poter continuare la loro preparazione per apprendere meglio il percorso educativo e proporlo così ai propri alunni.

La comunità di Mumbai, suore e giovani in formazione, ha contribuito con grande generosità alla realizzazione del convegno.

È stata allestita una esposizione di libri e audiovisivi inerenti gli argomenti trattati. L’incontro ha offerto anche l’occasione per presentare la nuova produzione di E-books e E-music Paoline.

Betlemme: nel silenzio la Parola si fa incontro

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Dopo aver attraversato Ain Karem, il viaggio della Parola continua verso Betlemme. L’Antico Testamento conosce due località che portano il nome di Betlemme.

Una si trova al nord della Palestina, in Galilea, non lontano da Nazaret. Distesa su una collina boscosa, la Betlemme di Galilea era una delle dodici cittadine assegnate da Giosuè alla tribù di Zabulon (cfr. Gs 19,15); rimase comunque senza storia.

L’altra Betlemme, ricordata come la città di Davide, si trova in Giudea, a sud della Palestina, a pochissimi chilometri da Gerusalemme; sorge su una collina a circa 775 metri sul livello del mare. Si adagia su due colline dei monti della Giudea, i cui versanti, con alture e terrazze, erano un tempo ricoperti di vigne, fichi, mandorli, melograni e olivi.

Anticamente fu abitata dai Cananei che la denominarono «casa (Bet) di Lachamu», dal nome di una divinità pagana che significa «dio della guerra» o «dell’alimentazione». Adesso gli arabi la chiamano Beit-Lahm, «casa della carne», anche per le numerose greggi che vi vengono allevate. Nella Bibbia ebraica il nome cananeo è diventato Bêt-Leḥem, cioè casa del pane. Ma la tradizione, insieme «a casa del pane», conserva anche il significato di «casa della battaglia»; molto probabilmente si tratta di echi provenienti da tempi lontani, in cui la guerra era endemica e si lottava per il pane.

Per comprendere il senso di questa storia, proviamo a raccogliere nel cuore le tre parole consegnateci dalla vita e dalla storia dei popoli: «dio, carne, pane». Esse ci aiuteranno ad aprire il Mistero che a Betlemme diventa luce: «la Parola che era Dio, si è fatta carne, ed è diventata pane spezzato per la fame di ciascuno» (cfr. Gv 1; Mt 4; Lc 24).

I pellegrini della verità, in un certo senso, trovano a Betlemme la mappa che indica l’ubicazione esatta di una miniera sconosciuta, un tesoro sepolto, un segreto d’immenso valore. A Betlemme il tesoro per tutti è Gesù e ci viene incontro attraverso Maria. In lei, Dio visita il suo popolo per porre fine alla battaglia per il pane: «Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4).

Vivere di ogni parola che esce dalla bocca di Dio significa: entrare concretamente nel deserto del cuore e della mente, là dove regna il silenzio dell’essere.

Cos’è il silenzio? È il roveto ardente dell’incontro con Dio: «Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in lui (aspettalo)» (cfr. Sal 37,7). In ebraico «essere in silenzio» o «abitare il silenzio» è tradotto con il verbo dāmam per descrivere l’atteggiamento fondamentale da assumere davanti a Dio. Questo verbo semitico presenta una notevole ricchezza di significato: tacere, acquietarsi, stare in silenzio, non aprire bocca, essere silenzioso e calmo, fermarsi, riposare, ascoltare, tranquillizzarsi, abbandonarsi dolcemente.

È nel silenzio che diventa possibile ascoltare e comprendere con maggiore chiarezza, permettendo all’Altro/altro di esprimersi nella reciproca rivelazione, sempre più umana e sempre più divina. La luce del silenzio aiuta a rimettere insieme i frammenti del vissuto in modo terapeutico e fa scoprire il filo rosso che lega i diversi avvenimenti che a prima vista sembravano solo sparsi, senza continuità di significato.

Maria sta davanti a Dio nel silenzio e, come direbbe Dietrich Bonhoeffer, si tratta di un silenzio tutto inteso ad ascoltare. Solo il silenzio apre il cuore alla Parola creatrice che «chiama all’esistenza le cose che non sono» (Rm 4,17). Senza di esso le parole e la Parola perdono contenuto, linfa vitale e potenza. Maria lo sa, per questo sceglie il silenzio contemplativo per ascoltare nelle parole la Parola, per cogliere la presenza di Dio nella storia quotidiana. Maria ascolta: le parole dell’angelo a Nazaret; il saluto profetico di Elisabetta ad Ain Karem, l’annuncio dei pastori a Betlemme, la profezia di Simeone, la lode dell’anziana Anna e le strane parole di Gesù dodicenne, a Gerusalemme, l’ora del Figlio a Cana, l’offerta dell’amore totale sul Calvario. E in quel Sabato Santo, la Vergine del silenzio mantenne accesa la lampada della Parola che illumina i passi e annuncia la luce della Pasqua.

E tu, Betlemme? Piccola e umile città del pane, in te la Parola continua a raccontare l’eterno amore, incontro sempre nuovo tra Dio e l’umanità.

Betlemme, luogo delle piccole e grandi scelte di Dio, a te rivolgiamo, oggi, il nostro canto (dalla liturgia greco-bizantina):

Casa di Efrata, città santificata, gloria dei profeti,
prepara la casa nella quale sta per nascere il nostro Dio.
Gioisci, Betlemme, regina delle città di Giuda,
perché da te viene il Pastore che ci porta la gioia.
Prepàrati, Betlemme: la Vergine dà alla luce
colui che il seno del Padre ha fatto brillare prima dell’aurora.

Francesca Pratillo, fspItalia


COREA
La donna associata allo zelo sacerdotale tradotto in lingua coreana

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Le Figlie di San Paolo della Corea hanno pubblicato la traduzione del libro La donna associata allo zelo sacerdotale. Questo lavoro fa onore alla loro dedizione e all’amore per la lettura dei testi del Fondatore. L’importanza di questo scritto è da lui stesso testimoniata:

«Anche voi siete venute al mondo per predicare la verità… Prima che voi faceste la professione avevo già scritto quello che avreste dovuto fare nel libro: La donna associata allo zelo sacerdotale. Cioè, accompagnare il sacerdote nella divulgazione…»
(G. Alberione, Spiegazione delle Costituzioni, p. 262 e p. 25).

Festival della missione

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La prima edizione a Brescia dal 12 al 15 ottobre. Quattro giorni di conferenze, concerti, mostre, spettacoli di strada e momenti di riflessione in un clima di festa, con la partecipazione di migliaia di persone.

Un grande evento di piazza per rilanciare in Italia il fascino della missione ad gentes. È questo l’intento della prima edizione del Festival nazionale della missione intitolato Mission is possible, organizzato dalla Conferenza degli Istituti missionari italiani (Cimi), la Cei attraverso la Fondazione Missio e la diocesi di Brescia.

Uno dei tratti distintivi del Festival resta l’ospitalità diffusa in case religiose, oratori e famiglie. Tra gli ospiti, i cardinali Tagle, Simoni e Filoni, padre Federico Lombardi, Alejandro Solalinde, Rosemary Nyirumbe, Blessing Okoedion, Gael Giraud.

Il direttore artistico Gerolamo Fazzini, giornalista e scrittore, così presenta le motivazioni di questa singolare iniziativa: «Un raccontare come l’esperienza della missione cambia anche il missionario/a. L’incontro con altri popoli e culture nel segno della gratuità arricchisce la persona e la comunità e si torna più ricchi. È ovvio che la missione può comportare dei disagi – minori rispetto al passato -, come la fatica dell’adattamento, la non conoscenza della lingua, l’essere considerati “stranieri”. Può però risultare affascinante il racconto di chi vive la missione come un’esperienza che cambia la persona in meglio, in termini di ricchezza umana e spirituale.

Come dice Papa Francesco la missione è andare a scoprire che Dio ha anticipato l’arrivo del missionario. Non si porta il pacchetto contenente il Vangelo pensando che nell’altro ci sia il deserto. No. In qualche modo, misteriosamente, lo spirito di Dio è già presente nelle altre culture e religioni. Il missionario è inviato da una Chiesa per rendere più esplicito il nome di Dio e di Gesù Cristo non con l’atteggiamento di dire “tu non hai niente, noi abbiamo tutto”, ma come chi vuole scoprire i semi del Verbo a partire dalla convinzione che Dio è già presente in tutti i popoli e culture».

BOLIVIA
Siamo nati della Parola

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Incoraggiate da questo aspetto vitale del carisma, le Paoline hanno realizzato un corso biblico per i catechisti della parrocchia di Sant’Antonio, nella periferia della città di La Paz.

Gli incontri hanno ottenuto una vasta partecipazione di catechisti, adulti e giovani, interessati a conoscere in profondità la Parola di Dio per trasmetterla poi nel proprio servizio pastorale. Il corso si è concluso con una solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Jorge Saldías, Vescovo ausiliare di La Paz, che ha consegnato a tutti i partecipanti un attestato di riconoscimento.

L’impegno biblico delle Figlie di San Paolo di La Paz, continua anche attraverso un corso sistematico dal tema: Il popolo della Bibbia racconta le sue origini. Ogni mese i partecipanti si ritrovano come una comunità in cammino sulle strade della Bibbia.

Cambiare verso alle parole

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La più grande punizione che si può dare è quella di dire a una persona: «Non ti parlo più»; in questo caso il silenzio serve a escludere, a non coinvolgere il prossimo nella nostra vita. Non è censura né, tantomeno, mutismo: è la profonda negazione dell’esistenza, è il non percepire più che nessuno nel bene e nel male considera l’altro vivente, presente. «Non ti parlo più» è l’opposto, l’antitesi, l’antiumano di «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare» (Gv 1,1-18). «Non ti parlo più» è non dare il Senso al senso dell’esistenza.

«Quel che Giovanni chiama in greco “ho logos” – tradotto in latino “Verbum” e, in lingua corrente, “il Verbo” – significa anche “il Senso”. (…) Il Senso che si è fatto carne non è semplicemente un’idea generale insita nel mondo; è una Parola rivolta a noi. Il Logos ci conosce, ci chiama, ci guida. Non è una legge universale, in seno alla quale noi svolgiamo poi qualche ruolo, ma è una Persona che si interessa di ogni singola persona: è il Figlio del Dio vivo, che si è fatto uomo a Betlemme» (Benedetto XVI, Udienza generale, 17 dicembre 2008).

Il Senso è una Persona che si interessa ad ogni singola persona, è «la Buona Notizia, quel Vangelo che è stato “ristampato” in tantissime edizioni nelle vite dei santi, uomini e donne diventati icone dell’amore di Dio» (Francesco, Messaggio per la 51esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali), diventa uno dei “canali” per continuare quest’opera di annuncio della Parola nelle parole degli uomini.

Il Senso nelle periferie digitali

Chi trova il Senso non può cercare altrove. Abita con identità la nuova vita, nella quale non potranno esserci più oscurità né anonimato nel buio virtuale della comunicazione. Spesso siamo naufraghi in un feticismo di selfie e sterili comunicazioni al limite e oltre la volgarità: si pensi alla banalizzazione di video e foto, tweet e pensieri del giorno sui social, dove il copia e incolla la fa da padrone senza verificare l’autenticità della fonte. Dove il particolare naturale diventa seducente e pornografico e il Vangelo si mischia con le apparizioni virtuali di santi e martiri mai esistiti. Dove si arriva a pensare a un Dio tecnologico e digitale stracciando e negando che la fede è un dono, annunciata con la vita dei testimoni risorti, passati dalla morte della vita alla vita nel Risorto.

Il Senso che dà senso e contenuto di vita a ciò che necessita conversione

Conversione significa normalmente “cambiare vita”. In ebraico ha una più profonda accezione, ossia cambiare direzione ai piedi. Potremmo dire, per il mondo digitale, che conversione significhi “cambiare direzione alla navigazione”, ossia avere tra le mani il proprio timone telematico e riuscire ad orientarsi in ciò che sembra non essere percettibile ai sensi. Ma il virtuale ha un impatto sulla vita reale. Sempre.

Cambiare direzione alle parole che digitiamo

Per fare questo, dobbiamo avere come centro Gesù Cristo e dobbiamo spingere le nostre parole, quasi sospingerle, nei meandri bui di un’umanità che è condizionata potentemente dal disorientamento e dal non senso. Per dare senso e carne al sommerso dove la parola è capace di fermare il baratro della dipendenza che isola nella globalizzazione, illusi dalle luci verdi accese nelle chat dei social dove nessuno ti dice: «Ciao, come stai?».

Le parole ingannevoli e menzognere rimangono nel web, ma è come se rimanessero sospese in uno spazio archiviato nel cestino da svuotare.

La Verità ci rende liberi e l’Amore, che non è mai digitale, può dare senso ad una umanità che non può rischiare di essere indotta ad una guerra tra le identità false e la vera umanità degli uomini consapevoli delle proprie fragilità.

Don Fortunato Di NotoFondatore e presidente dell’Associazione Meter Onlus


Premio Mount Zion 2017

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Il prestigioso premio per la pace dell’abbazia della Dormizione di Maria sul Monte Sion a Gerusalemme e della Mount Zion Foundation a Lucerna, in Svizzera, è stato assegnato quest’anno allo scrittore e saggista israeliano Amos Oz, nato nel 1939 a Gerusalemme, è uno degli scrittori israeliani più tradotti ma anche un grande sostenitore della cosiddetta “soluzione dei due Stati”.

La creazione della Mount Zion Foundation risale al sacerdote cattolico Wilhelm Salberg (1925–1996), che volle promuovere la convivenza pacifica nella Terra Santa sostenendo che la pace nasce dalla vita quotidiana delle persone.

Il premio, viene attribuito a persone o istituzioni che hanno contribuito in modo particolare al dialogo culturale e interreligioso tra cristiani, ebrei e musulmani.

 

FILIPPINE
Laboratorio estivo di arte e terapia per bambini con problemi mentali

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Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli (Mt 19, 14). È stato questo il motivo che ha guidato l’incontro in cui le Paoline hanno distribuito le borse Piccoli Artisti di Dio per 35 studenti, affetti da problemi mentali, che hanno partecipato ad un laboratorio estivo di arte e terapia tenutosi presso la sede delle Figlie di San Paolo a Iloilo, Filippine.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione delle Persone con Disabilità (ADPI) come parte di un programma di terapia per i bambini speciali. L’incontro si è rivelato anche una buona occasione per genitori e tutori di assistere a sessioni di terapie facilitate guidate da terapeuti specializzati in bambini affetti da malattie mentali.

Le Paoline, insieme ad alcuni collaboratori paolini, hanno collaborato con l’ADPI fornendo la sede, sponsorizzando le merende e donando le borse Piccoli Artisti di Dio con set di materiali d’arte: scatola di pastelli a 8 colori, matite, gomma, plastilina, blocco da disegno e libri delle Paoline da poter colorare.

Tutto è stato vissuto all’insegna dell’apprendimento e del divertimento, ma anche come canale di benedizione per aver potuto servire questo gruppo speciale di piccoli artisti.

Maria, Madre dell’evangelizzazione

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Ci aiuti la Vergine a dire il nostro “sì”
nell’urgenza di far risuonare
la Buona Notizia di Gesù
nel nostro tempo;
ci ottenga un nuovo ardore di risorti
per portare a tutti il Vangelo della vita
che vince la morte;
interceda per noi affinché
possiamo acquistare la santa audacia
di cercare nuove strade
perché giunga a tutti il dono
della salvezza.

Papa Francesco


Asia: Donne di diverse religioni mobilitate contro la tratta

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La Conferenza Asiatica delle Religioni per la Pace (Arcp) ha organizzato la Conferenza internazionale delle donne contro la schiavitù, presso l’università di Santo Tomas, a Sampaloc (Manila) dal 20 al 22 luglio 2017, come contributo alla celebrazione della Giornata Mondiale delle Nazioni Unite contro la tratta degli esseri umani. Per la prima volta il ruolo delle donne nelle varie tradizioni religiose è stato evidenziato come chiave per rilanciare i valori familiari e, di conseguenza, per impedire il traffico di donne e bambini.

Nel corso dei lavori, le rappresentanti delle varie comunità religiose e delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno affrontato gli effetti disumanizzanti della moderna schiavitù.

Sono quasi 45 milioni le vittime della tratta in tutto il mondo, con un numero crescente di donne e bambini.