Web: Minori in rete, limitare l’accesso non basta

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Pubblicato il report annuale del network Eu Kids Online. La stabilità emotiva «aiuta i ragazzi a sviluppare la resilienza ai pericoli della rete», ovvero la capacità di reagire a eventuali rischi. Tra questi il bullismo.
 
«L’esposizione ai rischi di internet non produce necessariamente conseguenze dannose. I ragazzi, nella stragrande maggioranza, non sono turbati da contenuti o situazioni rischiose in cui si imbattono on line». Anche se «i ragazzi che hanno difficoltà emotive e relazionali nel “mondo off line” hanno più probabilità di essere infastiditi o turbati on line». È quanto emerge dall’ultimo report – pubblicato ieri, 10 gennaio – del network Eu kids Online di cui OssCom, Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica di Milano, è il nodo italiano.
 
«I ragazzi con problemi psicologici – spiegano i ricercatori – sono meno resilienti; soffrono di più, più intensamente e più a lungo, le conseguenze dannose dei rischi di internet. Inoltre, tendono ad avere un atteggiamento passivo di fronte ai rischi, anziché cercare attivamente una soluzione al problema». Dall’altra parte, invece, «la stabilità emotiva aiuta i ragazzi a sviluppare la resilienza ai pericoli della rete», ovvero la capacità di reagire a eventuali rischi. Tra questi sono particolarmente rilevanti l’esposizione a contenuti di natura sessuale, il bullismo on line e il sexting, vale a dire lo scambio di messaggi a sfondo sessuale. Lo studio è stato condotto su minori che sono stati turbati da almeno un’esperienza rischiosa on line.
 
Di fronte a questa situazione la ricerca evidenzia come limitare l’accesso a Internet non basti. «I ragazzi cui i genitori danno regole per limitare le attività o il tempo trascorso on line – si legge nel documento – non sono meno turbati dai rischi della rete, né sono più propensi a rispondere attivamente ai problemi. Al contrario, il coinvolgimento dei genitori nelle attività on line dei figli e il monitoraggio stimolano la capacità dei ragazzi di affrontare i rischi».
 
Agenzia Sir, 11 gennaio 2013