FAR ESPLODERE l’amore (Giovanni 2,13-25)
Con la forza di un bambino che impara a camminare Gesù tenta, nel Vangelo di oggi, di invertire la rotta: non un mercato nel luogo sacro ma un Sacro che esce a fecondare anche il luogo del mercato. Non è gradita questa inversione di tendenza. Non dai sacerdoti che preferiscono essere l’approdo finale di un cammino, non dai fedeli che preferiscono relegare in luogo protetto il loro rapporto con Dio; per tutti avere spazi e tempi ben definiti è fonte di tranquillità.
Ma l’amore, come la fede, non può mai essere tranquillo. Scacciare fuori il divino dalle mura della chiesa diventa pericoloso. Travolgente. Chiede tutto. Non basta il sacrificio di un animale, chiede il sacrificio dell’intera vita. Un segno. Ma come sempre i segni difficilmente declinano comprensione al presente. Forse si comprendono dopo. Dopo un Vangelo intero.
Dopo che i segni profetici troveranno casa nella carne del profeta. La profezia ha un costo altissimo, vuole tutto. E solo quando la frusta sanguinerà carne dalla schiena del Maestro e trenta denari si prenderanno il respiro di Giuda e il Tempio rimarrà solo ombra alle spalle di un Messia espulso dalla storia… solo allora qualcuno ricorderà.