Roma, 5 febbraio 2025
Carissime sorelle e giovani in formazione,
apro questa pagina dedicata a Maestra Tecla, nel 61° anniversario della sua morte, con le parole rivolte da papa Francesco ai partecipanti al Giubileo della comunicazione, il 25 gennaio scorso:
… raccontate anche storie di speranza, storie che nutrono la vita. Il vostro storytelling sia anche hopetelling. (…) Raccontare la speranza significa vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto, significa permettere di sperare anche contro ogni speranza. Significa accorgersi dei germogli che spuntano quando la terra è ancora coperta dalle ceneri. Raccontare la speranza significa avere uno sguardo che trasforma le cose, le fa diventare ciò che potrebbero, che dovrebbero essere. Vuol dire far camminare le cose verso il loro destino. È questo il potere delle storie. Ed è questo che vi incoraggio a fare: raccontare la speranza, condividerla. Questa è – come direbbe san Paolo – la vostra “buona battaglia”.
Raccontare la speranza, anzitutto con la vita, con la testimonianza di un modo nuovo di vivere. È quanto ha fatto la Prima Maestra, per questo è “storia di speranza” per noi.
Maestra Tecla ha seminato, nel terreno buono della vita paolina, gioia e fiducia nel futuro; ci ha aiutate a credere e a perseverare nelle prove, ad attendere con pazienza l’ora di Dio, a non temere la fatica, le sofferenze e i sacrifici per uno scopo “alto”.
Ci ha insegnato che sperare non è sapere se tutto andrà bene o andrà male ma certezza che quello che accade ha un senso, e quindi occorre vivere e testimoniare la speranza anche nelle tenebre del nonsenso.
Ci ha spronate a farci compagne di strada degli uomini e delle donne del nostro tempo, radicate nel presente che continuamente cambia e accogliendo, quindi, la sfida di essere al passo con i tempi, in ricerca contemplativa delle nuove strade che lo Spirito apre all’annuncio della Bella Notizia, aperte all’avvenire di Dio, verso la concretizzazione di ciò che al momento appare impossibile, perché da noi nulla possiamo; con lui, tutto.
Ecco, fidiamoci di Dio, la nostra speranza è tutta in lui, cerchiamo solo Dio. Facciamoci furbe, la santità è tutta lì: cercare solo Dio. Quando abbiamo il cuore e l’anima pieni di Dio e lavoriamo solo per lui, che cosa possiamo desiderare di più? (CSAS 109,11)
La Prima Maestra, pellegrina di speranza, ha condiviso il sogno di dare a tutti, attraverso le diverse forme del nostro apostolato, “ragioni per sperare”, con dolcezza e rispetto (cfr. 1Pt 3,16), cioè con quella mitezza che è frutto dello Spirito, tessendo relazioni e promuovendo la comunione, prima di tutto tra noi. Da questo ci riconosceranno…
Sul suo esempio e da lei custodite, rinnoviamo il nostro impegno a comunicare, insieme, la bellezza della fede, l’audacia della speranza, le sfumature della carità nei linguaggi e nelle modalità comunicative più adeguate per parlare al cuore dell’uomo e della donna d’oggi.
Maestra Tecla continui a proteggere, accompagnare e benedire tutte noi, i membri della Famiglia Paolina, l’umanità ferita dei nostri giorni.
Con affetto, in comunione di speranza.
sr Anna Caiazza
superiora generale

