Carissime sorelle e giovani in formazione,
davanti ai nostri occhi sfilano in questo tempo, come in un film di cui mai purtroppo si è persa la memoria, sequenze di guerra, morte, violenza, ingiustizie, sofferenza gratuita, arrogante prepotenza… E, dunque, come raccontare la Pasqua oggi? Come dire al mondo che essa è e continua a essere forza di vita, fonte di gioia e di speranza? Come lasciarci noi stesse invadere dalla certezza che la risurrezione di Gesù è ancora, e soprattutto in queste ore, Buona Notizia?
Non c’è altra risposta: è necessario, essenziale, ritornare a quel «primo giorno della settimana» e a quel mattino annunciato dal buio più profondo della notte. Dobbiamo ritornare là per non soccombere, per dare un nuovo volto al nostro credere, sperare, amare. Dobbiamo alzarci, proprio quando l’oscurità è più fitta, e andare, correre… Come Maria di Magdala, come Pietro e Giovanni.
«Pasqua è voce del verbo ebraico “pèsah”, passare», scrive Erri de Luca, scrittore e poeta italiano innamorato della Scrittura, «non è festa per residenti, ma per migratori che si affrettano al viaggio». E il primo viaggio da affrontare è quello della speranza – come ci ricorda il Giubileo che stiamo vivendo – perché solo la speranza ci rende donne “pasquali”, capaci di ribaltare la pietra tombale della rassegnazione, della delusione e della sfiducia, di vedere segni di vita là dove sembra abiti solo la morte, di continuare a comunicare, attraverso le straordinarie espressioni della nostra missione, che è l’amore ad avere l’ultima parola, che ogni giorno è un miracolo che si avvera, che l’avventura del vivere ha già i tratti dell’eternità.
Da quella incredibile aurora di Pasqua, la speranza ci riveste come uno splendido vestito tessuto con i «panni funebri di un corpo d’amore risorto» (R.S. Thomas).
Sono giorni di buio i nostri, e abbiamo bisogno della luce del Risorto per trasfigurare il dolore e le ferite, per vedere in profondità, con occhi “bagnati di risurrezione”, dove si nasconde la vita. E questa luce va diffusa: «Voi siete la luce del mondo, dice Gesù. Risplenda la vostra luce, dice Gesù. La luce di Dio è nella verità, bontà, grazia. Pasqua luminosa! (beato Alberione).
Buona Pasqua, buona speranza a tutte voi, sorelle care, alle vostre famiglie, ai membri della Famiglia Paolina, ai collaboratori, agli amici, ai benefattori. La luce della Pasqua raggiunga ognuno, ognuna, e sia segno della presenza del Risorto.
Con grande affetto, in comunione di gioia e di speranza,
sr Anna Caiazza
e Sorelle del governo generale

