Terza domenica di Quaresima 2025

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Non voglio che il mio sangue, come quello dei Galilei, scorra insieme a quello dei sacrifici. Non voglio morire con il drammatico senso di colpa di chi si vede stritolato dagli eventi. Come quei diciotto che si videro franare addosso la torre di Siloe e forse come ultimo pensiero si chiesero perché proprio a me?

Voglio morire imparando a zappare intorno a ciò che sembra morto, e dare nutrimento alla terra anche quando sembra esausta. Voglio essere fertile, vivo, io il frutto maturo in un mondo apparentemente deserto. Io il frutto divino in un mondo impaurito.

Voglio zappare intorno al mondo che vede cadere le torri cercando gli occhi di madri senza figli, di padri schiacciati dal dolore. Non ti chiederò più Dio dove sei? ma ogni giorno voglio chiedermi io dove sono?

La vita non è sterile perché scorre sangue o crollano torri. Dio non è assente perché non in- terviene e resta muto. Morte, morte vera, è non saper costruire speranza. Io non voglio “morire allo stesso modo”, io voglio sentirti nelle mani che spostano le macerie, nelle dita che asciugano lacrime, tra le urla delle vite spezzate, tra i cuori infranti delle donne sole.

Io ti cerco e ti trovo non con occhi colpevolizzanti ma in ogni sguardo che riconosce la cura. Il miracolo non è guarire, risolvere la vita, miracolo, miracolo vero è il gesto di cura.

Don Alessandro Deho'alessandrodeho.com


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