Solennità di Gesù Cristo Divino Maestro 2014

sr Anna Maria Parenzan, Superiora generale fsp

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Alexandria, 26 ottobre 2014
Solennità di Gesù Cristo Divino Maestro

A tutte le sorelle

 

Carissime sorelle,

in occasione della Solennità di Gesù Cristo, Divino Maestro, desidero raggiungervi per porgervi i più cari auguri anche a nome delle consigliere e delle sorelle di questa estesa provincia degli Stati Uniti che, da oltre un mese, stiamo visitando. È per noi motivo di gioia e consolazione costatare, in ogni comunità, un forte senso di appartenenza, un profondo amore alla vocazione paolina e tanta creatività apostolica. Trascorrendo molte ore di attesa negli affollati aeroporti statunitensi, mi è sorto il desiderio di condividere con voi, nell’anno dedicato a Maestra Tecla, qualche riflessione sulla relazione personale che questa nostra carissima Madre viveva con il Maestro Divino.

Maestra Tecla era letteralmente affascinata dall’invito, sempre ribadito dal Fondatore, di giungere all’unione con Lui, ai più alti gradi di orazione, al «non sono più io che vivo, è Gesù che vive in me» (CSAS 154/1). Le note spirituali rivelano tratti significativi di questo cammino di conformazione: «Vivere l’unione con Dio come san Paolo: “Il mio vivere è Cristo”. Fare tutto per lui, con lui, in lui» (giugno 1963). «Stare unita a Gesù. Pensieri che siano i suoi, volontà la sua. Amare Dio (il Padre) sopra ogni cosa, per lui e con lui. Sacrificio per le anime». «Imitare san Paolo nella sua unione con il Maestro Divino: “Chi mi separerà dalla carità di Cristo?”». «Oggi, più intensità di vita con Gesù Maestro. Tutto con lui: unità». «Stare unita al Maestro Divino. Imparare dalla santa Famiglia il silenzio interno ed esterno». «Vivere l’intimità col Maestro Divino: mente, volontà, cuore ed opere, sensi, mani, piedi, occhi, udito tutto per lui e con lui…» (gennaio1963). L’aspirazione all’unità la portava a condividere i sentimenti e la compassione di Gesù, nel desiderio che il Vangelo arrivi a tutti «con i mezzi più celeri e fruttuosi», cioè con tutti i linguaggi e le forme della comunicazione.

L’attenzione amorosa al Maestro Divino abitante in lei traspariva da tutta la persona. Il sacerdote paolino don Domenico Spoletini così testimoniava: «Eravamo in treno, con il Fondatore, in Viña del Mar (Cile) diretti a Valparaiso per visitare la casa delle Figlie di San Paolo. Davanti a noi, sul sedile, anteriore vi erano Maestra Tecla e suor Giulia Toschi. A un certo punto don Alberione, indicandomi suor Tecla mi disse: “Vedi la Prima Maestra, si è data totalmente a Dio con dedizione assoluta. In lei non c’è una sola fibra del suo organismo spirituale che non sia ordinata secondo la ragione dello Spirito”».

Maestra Tecla era fedele interprete di quella mistica apostolica che ci rende contemplative in azione e attive nella contemplazione. Ci ha insegnato che diventiamo apostole quando ci appropriamo dell’anima apostolica del Maestro: la devozione a Gesù Maestro coinvolge infatti tutta la vita, orienta l’apostolato, si fa progetto spirituale per il pieno sviluppo della vita di fede.

Ci ottenga, questa nostra Madre, di vivere un’intima relazione con Lui e tra di noi, aprendo il cuore ai popoli ai quali siamo mandate, agli uomini e alle donne di oggi che vivono spesso nel deserto spirituale e sono assetati di luce, di speranza, di pace. Ricordiamo tutte le famiglie, e soprattutto la Chiesa pakistana che ha appena celebrato una giornata di digiuno e di preghiera per Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia. E facciamo nostro l’accorato appello del Papa: «Non possiamo rassegnarci a pensare al Medio Oriente senza i cristiani, non possiamo rassegnarci al progressivo sradicamento di persone che da duemila anni vi confessano il nome di Gesù».

Affidiamo al Signore le nostre sorelle che, soprattutto in Pakistan, in Sud Sudan, in Venezuela, soffrono e lavorano intensamente perché la giustizia, la pace e la riconciliazione trionfino nei cuori.

Vi auguro di vivere una giornata di “Famiglia”, nella quale percepiamo la nostra vita coinvolta nella vita del Maestro e in lui ci riconosciamo fratelli e sorelle, in cammino verso l’unico Padre.

Con tanto affetto.

  1. Anna Maria Parenzan
    Superiora generale

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