Italy
Via il crocifisso dalle scuole

Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
La Corte europea, accogliendo la richiesta di un’italiana di origine finlandese, definisce la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche italiane «una violazione alla libertà dei genitori di educare i figli secondo le loro convinzioni». È il primo caso che arriva alla Corte europea.
 
Il Vaticano ha manifesto «stupore e rammarico» per una decisione definita «miope e sbagliata». Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, infatti, si è così espresso in una intervista alla Radio Vaticana e al Tg1. «Il Crocifisso è stato sempre un segno di offerta di amore di Dio e di unione e accoglienza per tutta l’umanità. Dispiace che venga considerato come un segno di divisione, di esclusione o di limitazione della libertà. Non è questo, e non lo è nel sentire comune della nostra gente. In particolare, è grave voler emarginare dal mondo educativo un segno fondamentale dell’importanza dei valori religiosi nella storia e nella cultura italiana.
 
La religione dà un contributo prezioso per la formazione e la crescita morale delle persone, ed è una componente essenziale della nostra civiltà. E’ sbagliato e miope volerla escludere dalla realtà educativa. Stupisce poi che una Corte europea intervenga pesantemente in una materia molto profondamente legata alla identità storica, culturale, spirituale del popolo italiano. Non è per questa via che si viene attratti ad amare e condividere di più l’idea europea, che come cattolici italiani abbiamo fortemente sostenuto fin dalle sue origini. Sembra che si voglia disconoscere il ruolo del cristianesimo nella formazione dell’identità europea, che invece è stato e rimane essenziale».