Adempi le tue buone promesse, o Signore. Questo il tema che fa da filo conduttore ai 70 giorni di preghiera e digiuno per la pace, in cui dal 10 giugno sono impegnate le Chiese del Sud Sudan. Un’iniziativa annunciata lunedì 9 giugno dal segretario generale del Consiglio delle Chiese del Paese, il pastore Tut Kony Nyang Kon, «In un momento in cui una crisi complessa, caratterizzata da conflitti armati, insicurezza alimentare e sfollamenti, continua a manifestarsi nella nazione più giovane del mondo».
A tutte le Chiese è stato chiesto quindi di «assicurarsi che i vostri membri si impegnino a pregare affinché il Sud Sudan superi le sfide e compia passi avanti verso lo sviluppo e la prosperità dei suoi cittadini e delle sue istituzioni».
Nel frattempo, le Chiese si stanno facendo carico anche del peso dei rifugiati in fuga dalla guerra nel vicino Sudan, molti dei quali sono sudsudanesi di ritorno, che erano fuggiti nel Paese dell’Africa nord-orientale; altri sono rifugiati alla loro prima esperienza.

