In Pakistan per 52 anni

Elisabetta Riboni, fsp

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Appena fatta la Professione Perpetua nel 1962, sono stata assegnata alla piccola comunità di Ravenna formata da quattro suore. Lavoravo in libreria e mi trovavo bene. Un bel giorno mi arrivò una lettera da parte di Maestra Ignazia Balla che, a quel tempo, era la Superiora generale. Mi comunicava che il Consiglio aveva deliberato di inviarmi in Pakistan con altre suore; questo era il grande desiderio della Prima Maestra Tecla, che aveva già voluto, in quella grande metropoli musulmana, una rappresentanza delle Figlie di San Paolo. Lo scopo era di portare il Vangelo di Cristo alle popolazioni dell’Asia. Nella sua lettera Maestra Ignazia mi diceva di rimanere in famiglia per una settimana e, successivamente, di recarmi a Roma.

Ho eseguito l’ordine con tanta gioia, riconoscente per avermi scelta come missionaria. Arrivata a Roma ho trovato altre due consorelle, sr Donata Bugnola e sr Docilia Pizarro, che già si preparavano per partire in missione in Pakistan. Nella capitale siamo rimaste per lungo tempo in attesa del visto per entrare nella nazione pakistana.

Ottenere il permesso non è stata cosa facile. Noi, però, non abbiamo mai perso la speranza. Intanto Maestra Ignazia ci ha mandate nelle Filippine. Dopo due mesi di attesa a Manila, il 29 giugno 1965, sr Cleofe Zanoni, che era la Superiora Provinciale delle Filippine, ci comunicò la bella notizia: era finalmente arrivato l’avviso dall’Ambasciata pakistana riguardante la concessione del visto. In fretta ci siamo preparate per andare a Karachi. Questa è stata la nostra prima comunità in terra musulmana.

Arrivate là siamo rimaste tre mesi presso le Suore della Croce in attesa di individuare un locale dove poter aprire una libreria. Grazie a Dio l’abbiamo trovato e, nel giugno del 1966, abbiamo aperto la libreria proprio nel cuore della città vecchia, vicino alla Cattedrale. Le attività apostoliche non sono mancate: libreria, esposizioni nelle scuole e nelle parrocchie, pastorale vocazionale. Da Karachi sono poi entrate un bel gruppetto di vocazioni pakistane.

Dopo due anni sono giunte altre tre suore dall’Italia e Maestra Ignazia è venuta a trovarci. Ha constatato che eravamo un buon numero di suore, ma la presenza cristiana a Karachi era esigua. Così ha pensato alla possibilità di avere un’altra presenza paolina nella città di Lahore dove i cattolici erano più numerosi e meglio organizzati.

Ora in Pakistan siamo in quattro comunità: Karachi, Lahore, Rawalpindi e Multan (quest’ultima è stata aperta solo l’anno scorso).

Per 52 anni ho svolto la mia missione tra Karachi e Lahore. Certamente il nostro campo di apostolato, paragonato ad altre nazioni, risulta più difficile ma, con gioia, si può constatare che i nostri cattolici pakistani hanno una fede forte, amore per la Bibbia e tanta capacità di sopportare le ingiustizie che in questo Paese rappresentano l’ordinarietà del vivere comune.

Nel mese di maggio 2017 sono rientrata a Roma dove spero di proseguire, in altri modi, la mia attività missionaria.

Elisabetta Riboni, fsp


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