Conquistata dall’amore del Maestro

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

La mia vocazione è una “storia” dell’amore fedele di Dio che irrompe silenziosamente nella mia vita e si dispiega giorno dopo giorno. Guardando indietro, scopro come il Signore mi abbia preparata per essere in grado di ascoltare e rispondere alla sua chiamata attraverso le persone e le esperienze con cui ha benedetto la mia vita.

Sono la più grande di cinque figlie. Mia madre è nata a El Salvador (America Centrale) e mio padre è statunitense, di origine italiana/ungherese. Sono cresciuta sperimentando le gioie e le sfide del dono di una famiglia biculturale. I miei genitori ci hanno offerto una bella testimonianza di perseveranza nella fede e nell’amore. Da loro ho imparato, e continuo a imparare, che il nostro rapporto con Dio è il più grande tesoro e che la vita consiste nel condividere con gli altri l’abbondanza dei doni che abbiamo ricevuto da Lui. Questo è ciò che ci rende veramente felici.

La bellezza della vita consacrata mi ha affascinato. La sorella di mia madre è una religiosa dell’Assunzione, in Guatemala. A scuola sono stata educata da suore, e vivevamo accanto a una comunità religiosa argentina… ma non avevo considerato la vita religiosa come un’opzione per la mia esistenza. Quando, però, avevo circa 12 anni, ho fatto un ritiro in preparazione al sacramento della cresima e, in quella occasione, il Signore mi ha fatto capire che il mio cuore era stato creato per appartenere totalmente a Lui.

Ho cominciato a cercarlo con impegno nella preghiera, specialmente nell’adorazione eucaristica, frequentando la Messa quotidiana e trovando modi per servire nella mia parrocchia. Ho sentito la potenza del Vangelo nella mia vita, specialmente le parole: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). Gesù stava diventando una Persona sempre più reale per me, e mi rendevo conto di quanto avessi bisogno di Lui, che non potevo vivere senza di Lui. Allo stesso tempo mi rendevo conto di quanti, anche tra i miei amici, non conoscessero il Signore o lo conoscessero molto poco. Spesso contemplavo le persone – nel traffico, nei negozi… – e leggevo tristezza o vuoto nei loro volti. La loro vita aveva un senso? Sapevano che Dio esiste e quanto li ama?

Nel discernere come dare il mio cuore al Signore, ho cominciato a scrivere a varie comunità religiose. Ma è stato Lui a venire, letteralmente, a “cercarmi” attraverso le Figlie di San Paolo, mentre svolgevano la loro missione di propaganda. Avevano appena aperto una comunità ad Alexandria, in Virginia, e stavano visitando il mio quartiere. Bussarono alla porta di casa mia (ero a scuola) e mia madre le accolse. Quando le suore seppero che c’erano cinque ragazze in famiglia, ci invitarono a un ritiro vocazionale nella loro casa. Quando tornai a casa da scuola, sfogliai avidamente la rivista Famiglia Cristiana e i libri che le suore avevano lasciato, desiderando saperne di più su di loro.

Alcuni mesi dopo, ho partecipato al loro primo ritiro vocazionale nella festa della Regina degli Apostoli (che è anche la titolare della mia parrocchia). Eravamo dodici giovani riunite nel “cenacolo” della casa delle suore, ancora in fase di ristrutturazione. Il Signore ha attirato il mio cuore attraverso l’incontro con le sorelle, la conoscenza della loro missione, l’esperienza dell’adorazione eucaristica.

Le parole del Beato Alberione: «Dove cammina questa umanità che si rinnova sempre sulla faccia della terra? L’umanità è come un gran fiume che va a gettarsi nell’eternità: sarà salva? Sarà perduta per sempre?», accesero una grande luce nel mio cuore. Mi fu chiaro: c’erano suore che si occupavano dei bambini nelle scuole, suore che curavano i malati negli ospedali, suore che provvedevano alle necessità dei poveri… Ma chi provvedeva ai bisogni spirituali di quanti cercano Dio? Questa era la missione delle Figlie di San Paolo, e il Signore preparava il mio cuore per questa missione.

Condividendo la vita con le sorelle, pregando con loro, facendo l’esperienza della missione con loro, il Signore continuava ad attirare il mio cuore. Un mese prima del mio 17° compleanno, nella festa dell’Assunzione, sono entrata in comunità e Dio mi ha veramente guidato in ogni passo del mio cammino per accogliere e vivere sempre più pienamente la mia vocazione.

Nella mia vita da Figlia di San Paolo ho sperimentato la gioia e la “totalità” a cui invita il Beato Alberione: «Lui, Lui, in tutto, in tutto!». Ho avuto la grazia di “servire” in libreria, nel settore grafico dell’editoriale, nell’apostolato radiofonico in lingua spagnola, nella diffusione nelle scuole e nelle parrocchie. Per molti anni mi sono dedicata alla pastorale vocazionale e alla formazione, accompagnando le giovani nel cammino di scoperta della chiamata del Maestro e di sequela; ho apprezzato particolarmente gli anni trascorsi nell’assistenza alle nostre sorelle anziane.

Che io sia impegnata nell’apostolato diretto o in vari servizi alla comunità, la mia gioia è nell’aprirmi all’amore del Signore e nelle opportunità che mi offre per comunicarlo, nella mia piccolezza e povertà, in comunione con le mie sorelle!

L’idea-forza che alimenta ogni giorno la mia vocazione è ben espressa nell’articolo 36 delle nostre Costituzioni: «Offrendo al Signore tutto il nostro essere, ci apriamo al suo amore e lasciamo che lo Spirito Santo progressivamente ci trasformi. La comunione con il Maestro ci libera dall’egoismo, arricchisce la nostra vita di fecondità spirituale e sviluppa in noi le forze d’amore che ci rendono sensibili agli altri, capaci di oblatività e di costante adattamento, creative e dinamiche, profondamente obbligate a fare qualcosa per il Signore e per gli uomini del nostro tempo».

Carmen Christi Pompei, fsp


Allegati