Solennità di San Paolo apostolo 2014

sr Anna Maria Parenzan, Superiora generale fsp

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Roma, 30 giugno 2014
Solennità di San Paolo apostolo

Carissime sorelle,

nell’anno centenario della Famiglia Paolina, la celebrazione della solennità di san Paolo, assume un significato particolare perché ci ricorda le nostre più vere origini:

«Quando si trattava di dare inizio all’istituzione vi era chi suggeriva come protettore un santo e chi ne suggeriva un altro; ma quando si è detto: san Paolo sarà il nostro protettore, è stata una esclamazione unanime di gioia. Gli orizzonti si allargarono e tutti furono lieti. E da quel giorno il nome di san Paolo si è propagato per mezzo vostro nelle varie regioni. Avete portato san Paolo in tanti luoghi, avete fatto una lunga processione “sui generis” e il piedistallo su cui si erge san Paolo è il vostro cuore» (Don Alberione alle Figlie di San Paolo, 30 giugno 1961).

Sono espressioni forti: se le accogliamo con senso di stupore, possono far sgorgare un desiderio fattivo di crescere nella conoscenza del nostro Padre per lasciarci avvolgere da quella grazia che lo ha investito, abbagliato, incendiato e che egli ha descritto con parole vibranti.
          «L’amore di Cristo, l’amore di Colui che morì per tutti, ci domina, ci spinge, ci possiede…» (cfr. 2Cor 5,14). L’amore è quella forza interiore misteriosa che lo costringe a evangelizzare; una forza alla quale non può e non vuole sottrarsi:  «Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9,16).

La passione per Cristo lo prende e lo coinvolge. E quando parla di Cristo o pensa a lui, gli si riscalda il cuore, gli si illumina la mente e la penna canta nelle sue mani.
Don Alberione già nell’anno 1935 interrogava le Figlie di San Paolo:

«Il nostro amore a Gesù è così forte che ci fa fare quel che vuole lui, ci fa andare dove vuole lui, ci fa dire quel che piace a lui, ci fa bramare lui e lui solo? San Paolo era giunto precisamente a questo alto grado per cui diceva con verità: “Caritas Christi urget nos”. La carità di Cristo ci sospinga! L’amore di Gesù ci sospinga in propaganda, in chiesa, nello studio, in apostolato… Noi siamo portati da Dio e “in lui viviamo, ci muoviamo e siamo!”».

In questo tempo così denso di avvenimenti, possiamo crescere nella consapevolezza che la nostra vita, come quella di Paolo, si svolge in una corrente di grazia. Anche noi siamo poveri vasi d’argilla che racchiudono il tesoro del Vangelo. Anche noi, “spinte” da un grande amore, siamo “avvinte” dalla forza misteriosa dello Spirito che ci guida e ci invia a testimoniare e a comunicare a tutti la Parola della salvezza. Le fatiche, la fragilità, la debolezza, che spesso sperimentiamo, pongono in maggior risalto la preziosità del dono: tutto è opera di quel Dio che sceglie volentieri gli strumenti più deboli per le imprese più grandi.

San Paolo ci doni di essere persone innamorate, ci immerga nella sua esperienza spirituale, ci aiuti a riscoprire la radice della nostra più profonda identità.

Nel clima della lode, affidiamo a lui le 15 novizie che a Nairobi, a Kinshasa, ad Antananarivo, a Lipa, a São Paulo, a Buenos Aires, emetteranno i primi voti e le quattro juniores che in Brasile si preparano a celebrare, nelle prossime settimane, la professione perpetua. Facciamo a queste giovani gli auguri più cordiali e le accompagniamo con la  preghiera perché crescano nella vocazione con creatività, entusiasmo e gioia.

I più fervidi auguri alle sorelle che, nella solennità di san Paolo, celebrano il 25°, 50° o altri anniversari di professione. La loro vita continui a essere un’irradiazione di luce, una testimonianza dell’Amore fedele di Dio, un profumo che si eleva continuamente al Padre per la salvezza di molti.

Un abbraccio affettuoso a tutte.

Sr. Anna Maria Parenzan
  Superiora generale


Allegati