Centenario di fondazione

Lettera di sr Anna Maria Parenzan, Superiora generale

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Alba, 15 giugno 1915
Roma e mondo intero, 15 giugno 2015

A tutte le sorelle

«La nostra storia, una magnifica opera di Dio!»
(Beato Giacomo Alberione)

15 giugno 1915-2015: «Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Giorno di gioia e di allegrezza!». È il giorno della riconoscenza e della lode per la storia di salvezza che il Signore ha fatto con noi ed è anche il giorno della richiesta di perdono: «la storia delle divine misericordie» si è intrecciata con la nostra storia, «storia umiliante delle incorrispondenze all’eccesso della divina carità» (AD 1). Questa storia, che guardiamo con rinnovato senso di stupore e di meraviglia, ci fa percepire la potenza e la dolcezza della mano del Signore che è sempre stata su di noi.
Scriveva don Alberione in occasione del cinquantesimo della Congregazione:

Presentare la storia di cinquant’anni delle Figlie di San Paolo vuol dire raccontare una magnifica opera di Dio… Ora siete arrivate a tutti i continenti… La vostra parola risuona ovunque; continuate innalzando sempre di più la vostra voce. Insegnate!

Il nostro sguardo si posa sul passato per contemplare, con riconoscenza, la salvezza che ci ha raggiunte, e sul futuro per rinnovare l’alleanza, riaccogliere la pedagogia del Padre, una pedagogia che corre nei solchi sicuri dell’umiltà e della fede sui quali hanno camminato Maestra Tecla e le nostre prime sorelle.

Le pagine della nostra storia sprigionano il profumo, il sapore delle cose vere, vissute nella semplicità, nella gioia, al limite dell’eroismo. Davvero, il Signore sceglie i piccoli e i poveri per farne strumento di salvezza. Ciò che è germinato e ciò che sta per germinare è frutto della misericordia di Dio: la nostra stessa vita è frutto di questa misericordia.

Una sorella della prima ora, sr. Giovannina Boffa, che ha steso le memorie dell’apostolato diffusivo (testo ancora inedito), ha concluso il lavoro con queste parole:

Nelle svolte di questa nostra storia, non priva di difetti, lacune, errori, eppure mirabile, noi abbiamo visto agire la Provvidenza Divina, abbiamo sperimentato il suo amore, la fedeltà, lo splendore della sua misericordia; e abbiamo colto i segni della sua scelta preferenziale dei piccoli, dei poveri, delle persone dai molti limiti ma pienamente fiduciose nella sua potenza e liberalità… La fiducia delle Figlie di San Paolo di ogni tempo si fonda su queste certezze.

«Eterna è la sua misericordia»

«Eterna è la sua misericordia»: ripete Papa Francesco nella Bolla per il prossimo Giubileo, un altro grande dono che vivremo nell’anno del centenario. «La misericordia rende la storia di Dio con Israele una storia di salvezza» (Bolla 7). La misericordia rende, la nostra storia di Congregazione, una storia di salvezza.
E il fiume di questa misericordia ci risana e ci rinnova: risana e rinnova la nostra fede, ancora povera e superficiale; risana e rinnova le comunità, spesso stanche e affaticate; risana e rinnova la missione, chiamata oggi a proclamare, con ardore ed entusiasmo, «l’anno di misericordia del Signore», «l’annuncio della liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù della società moderna» (Bolla 16).

Risuonano ancora gli interrogativi del Fondatore:

Quante volte vi proponete il gran problema: Dove cammina, come cammina, verso quale meta cammina questa umanità che si rinnova sulla faccia della terra? L’umanità è come un grande fiume che va a gettarsi nell’eternità: Sarà salva?… Che grande responsabilità se non abbiamo usato questi mezzi per fare dei figli di Dio! (FSP-SdC 261).

A questa umanità siamo inviate, in qualsiasi situazione: nella salute e nella malattia, nella giovinezza e nell’anzianità, nella piena vitalità e nel venir meno delle forze. La nostra vocazione ci chiama a uscire, a essere apostole della Parola, eco del Vangelo attraverso una vita che si fa comunicazione, amore, misericordia per tutti. Una misericordia che si traduce soprattutto nel fare la carità della verità, per risvegliare le coscienze assopite, per «vincere l’ignoranza in cui vivono milioni di persone», per presentare la bellezza, il fascino, dell’essere cristiani; per narrare la gioia di un in-contro che ha trasformato la nostra esistenza.
Come ci invita Papa Francesco, dovremmo dire «parole che fanno ardere i cuori» (EG 142) per «accendere il fuoco nel cuore del mondo» (EG 271).

Paoline… di Paolo!

La nostra fisionomia nella Chiesa, è racchiusa nell’invito sempre ribadito dal beato Alberione: «Siate Figlie di San Paolo…». «Siate degne Figlie di San Paolo» (cfr. FSP34 p. 87).

Figlie di San Paolo per radicarci sempre di più nell’identità paolina, per “impaolinarci” secondo l’espressione originale coniata dal Fondatore, per «possedere l’anima, il cuore, la mente di san Paolo», per avere, come Paolo, un unico tesoro, il Cristo, e portare questo tesoro a tutti.

Nel mese di giugno, dedicato a san Paolo, potremmo ripensare alla nostra vocazione personale in tutti i suoi dettagli: dalla preparazione alle difficoltà superate, alle grazie ricevute… Potremmo così gustare la benevolenza infinita di Dio e percepire che la nostra vita è immersa in una corrente di grazia: davvero, come l’apostolo Paolo siamo state “prese”, “conquistate” afferrate” dall’amore, siamo «come marcate a fuoco dalla missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare» (EG 273).

Apriamoci all’azione dello Spirito perché inizi per noi una nuova stagione, quella della fede e di una evangelizzazione più fervorosa, gioiosa, generosa, audace, contagiosa (cfr. EG 261).

E alla protezione dell’apostolo Paolo affidiamo le 29 juniores che ad Alba, in Corea e in altre circoscrizioni emetteranno i voti perpetui, e quelle che si offriranno al Signore per la prima volta, perché il loro cammino nella vita consacrata sia colmo di luce, di grazia, di esperienza profonda del-la misericordia.

Auguri carissimi a tutte, con tanto affetto.

Anna Maria Parenzan
Superiora generale

Vivi Paolo! E moltiplica gli apostoli del bene checon la parola e con la penna facciano conoscere Gesù.
Gesù venga cantato da tutti i popoli come Via, Verità e Vita”.
(Beato Giacomo Alberione, 1934)


Allegati